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Uno studio ed un'analisi dell'offerta ricettiva dei bed & breakfast in Sicilia

di Loriana Caponnetto

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO CARLO BO
DIPARTIMENTO DI ECONOMIA, SOCIETA, POLITICA- DESP
Corso di Laurea Magistrale in MARKETING E COMUNICAZIONE PER LE AZIENDE
Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Federica Murmura
Anno Accademico: 2017/2018

3.3 - Il profilo medio del gestore

Il questionario, come già anticipato, consta di una seconda parte relativa alla raccolta di tutte quelle informazioni che riguardano il profilo del gestore del B&B.
Dai dati relativi alla specifica domanda “fascia d’età del proprietario dell’attività” emerge che:
- il 42,6 %, quindi una buona fetta, ha tra i 31 e i 45 anni
- il 23% tra i 46 e i 55
- il 14,4% tra i 18 e i 30
- il 12,5% tra i 56 e 65 anni
- solo il 7,5% possiede dai 65 anni in su.

Comparando questo risultato con quanto emerso a livello nazionale, dobbiamo sottolineare come, in quest’ultimo caso, l’età media dei gestori sia più alta.
Infatti, se da un lato il 30,5% di questi ha un’età compresa tra i 31 e i 45 anni, un altro 30% dichiara di avere tra i 46 e i 55 anni, e un altro buon 23,5% di averne tra i 56 e i 65. Se ne può dedurre dunque che, in linea generale, vi sia sostanzialmente una maggiore partecipazione giovanile alla gestione di questo tipo di attività in Sicilia rispetto al resto d’Italia, e che a fronte di ciò, nei prossimi anni questa differenza sarà ancora più marcata, poiché l’età media dei gestori a livello nazionale sarà ulteriormente in crescita.
Non risulta invece una maggioranza preponderante rispetto al fatto che si tratti di uomini o donne, se non una lieve prevalenza numerica di quest’ultime (52,5%) a fronte di un 47,5% degli uomini.
La situazione a livello nazionale presenta percentuali leggermente maggiori: secondo il Rapporto B&B Italia 2016 nel 61,3% dei casi infatti, alla conduzione del B&B vi è una donna.
Il dato è ulteriormente confermato da una indagine condotta nel 2003 sui B&B a livello nazionale dall’Ontit, per conto dell’Osservatorio Nazionale dei Bed&Breakfast, che rivelava come nel 63% dei casi, alla gestione vi fosse una donna piuttosto che un uomo.
Questo probabilmente può essere interpretabile col fatto che l’attività viene svolta perlopiù in casa, luogo storicamente visto come femminile.

Il più delle volte la gestione dell’attività è condivisa a livello familiare e coinvolge dunque anche i membri della famiglia; il 69,2% infatti ha risposto positivamente alla domanda se la gestione del B&B fosse condivisa all’interno di un gruppo familiare, mentre solo il 30,8% ha risposto di no.
L’elemento in questione non è da sottovalutare. Infatti, uno studio condotto sui B&B della Virginia, che aveva lo scopo di individuare quali fossero gli attributi comuni ai gestori di un bed&breakfast di successo, rivela come il supporto della famiglia in questo caso costituisce uno degli elementi più significativi per conseguire i migliori risultati nell’attività.

Per quanto riguarda il livello di istruzione del gestore, emerge una situazione dicotomica: il 44,3% possiede un titolo di diploma di scuola media superiore mentre il 42,6% è in possesso di una laurea; un 8,2% risulta infine, essere in possesso anche di un Master post laurea.
Come riporta sempre lo stesso studio poc’anzi citato, condotto sul mercato dei Bed&breakfast in Virginia, gli studi sulle piccole imprese sono numerosi, ma essi sono tutti concordi nell’affermare come il livello di istruzione del gestore, insieme ad altre caratteristiche personali come l’attitudine imprenditoriale, l’abilità e la volontà nel portare avanti il proprio lavoro nonché l’esperienza pregressa presso altre aziende, ricoprano un ruolo fondamentale per portare avanti l’attività con esito positivo.
È interessante proporre anche qui un confronto con la situazione a livello nazionale. Dall’indagine ripresa già precedentemente, emergono infatti delle caratteristiche differenti rispetto al tipo di istruzione posseduta dai gestori.
Sebbene in quest’ultimo caso il 52,8% sia in possesso di diploma di scuola secondaria, solo il 28,55% possiede una laurea.
Ne risulta dunque che il gestore di un B&B siciliano è mediamente più istruito rispetto agli altri, ed in virtù delle maggiori conoscenze possedute, ha dunque più probabilità di condurre con successo l’attività.
È utile tuttavia leggere questo dato considerando anche se il conduttore possiede un’occupazione lavorativa parallela a quella del B&B e la motivazione che lo ha spinto ad aprire questa attività.
Dal nostro sondaggio emerge che il 50,5% degli intervistati svolge una attività lavorativa parallela a quella della struttura ricettiva, mentre il 49,5% dichiara di no.
È stato chiesto successivamente anche quali ragioni lo abbiano indotto ad aprire questo tipo di esercizio ricettivo: il 35,1% ha dichiarato che la ragione principale è la passione per l’ospitalità e per il settore della ricettività; il 24,6% invece afferma di aver intrapreso questa attività per sfruttare locali o spazi liberi e inutilizzati all’interno della propria dimora domestica.
È interessante sottolineare anche come un buon 17,7% abbia invece compreso come questo tipo di ricettività costituisca oggi una formula vincente e abbia quindi indicato come motivazione la volontà di voler sfruttare le potenzialità di questo tipo di mercato emergente.
Questi due risultati letti in maniera correlata potrebbero essere indicatori di due situazioni principali contrapposte: da un lato potrebbero confermare la volontà da parte di alcuni di voler intraprendere questa tipo di attività per piacere, per il gusto di entrare in contatto con persone e culture nuove e quindi per quest’ultimi il B&B costituisce un mero diversivo alla propria attività lavorativa principale quotidiana; dall’altro invece, l’apertura di un B&B costituisce una buona opportunità “imprenditoriale”, in virtù della crescente richiesta da parte del mercato e della possibilità di sfruttare locali o alloggi inutilizzati.
Per quel che riguarda invece la motivazione legata alla necessità di trovare una fonte di reddito per il nucleo familiare, solo il 10% degli intervistati ha ritenuto l’esercizio del B&B un vero e proprio impiego lavorativo, ed un altro 10,2% una fonte di integrazione di reddito familiare.
Dal sondaggio condotto a livello nazionale riportato nel Rapporto B&B Italia 2016 invece, pare che la motivazione principale alla base della scelta di aprire un Bed&Breakfast sia proprio quella di integrare il reddito familiare (51,4%); solo il 34,7% ha affermato di aver iniziato questa attività per il piacere di ospitare e accogliere persone; inoltre, il 40,1% di questi dichiara di non avere impegni lavorativi paralleli.
Un risultato molto simile era emerso già qualche anno prima, dal sondaggio condotto dall’Osservatorio Turistico del Bed&Breakfast a cura dell’Ontit, e già citato precedentemente. La risposta più comune per ciò che riguardava le motivazioni del gestore all’apertura dell’attività, anche in quel caso, era stata “l’arrotondamento del bilancio familiare”. Emergeva dunque anche qui una motivazione prevalentemente economica, che vede l’esercizio di questa attività ricettiva un modo semplice e veloce per integrare le normali entrate familiari. Sempre in occasione di quest’ultima indagine, si rilevava inoltre, attraverso un approfondimento delle risposte incrociate con i dati sulla redditività degli esercizi, che in media ricava di più colui che ha aperto l’attività perché spinto da un interesse verso l’ospitalità e verso l’incontro di persone diverse, piuttosto che colui che ha deciso di farlo per mere motivazioni economiche.
Ad ogni modo, i precedenti dati esposti dal Rapporto, letti insieme a quanto visto poc’anzi sul livello di istruzione posseduto dai gestori di B&B a livello nazionale e sul loro tipo di occupazione professionale, potrebbero indicare che chi sceglie di aprire una attività ricettiva di questo tipo, generalmente è ormai fuori dal mercato lavorativo, ha un livello medio di istruzione e la ritiene una alternativa occupazione lavorativa.
Confrontando i due risultati, si direbbe dunque che in Sicilia, chi sceglie di esercitare questa attività, lo faccia in modo più consapevole o comunque più per vocazione verso l’ospitalità.
A tal proposito, lo studio precedentemente citato condotto sui B&B della Virginia ci ricorda come questo tipo di attività ricettiva si presti più delle altre ad attrarre i futuri operatori, per via dell’errata convinzione che questa non comporti eccessivi sforzi, sia economici che lavorativi, tanto da portarli ad avventurarsi in questo mercato in modo ingenuo e in una situazione di sottocapitalizzazione.
Nella pratica però, affinché si possa portare avanti con buoni risultati, essa richiede una costante dedizione e intensi sacrifici, soprattutto nei periodi di alta stagione; e come tutte le attività turistiche, non può essere improvvisata, quindi un buon gestore deve essere preparato anche a questo.
L’attività di B&B infatti, seppur semplice, è sì un business, ma anche una scelta di vita per colui che decide di accogliere viaggiatori presso la propria abitazione.

A coloro che avevano risposto positivamente sul fatto di avere o meno un impiego lavorativo parallelo è stata data la possibilità di specificare che tipologia di professione svolgesse: - il 24,8% ha dichiarato di essere libero professionista
- il 20,4% imprenditore
- il 19,7% impiegato
- il 10,2% insegnante
- il 7% commerciante
- altre % che abbiamo ritenuto trascurabili (tra l’1,3% e lo 0,6%) specificavano professioni quali artigiano, ristoratore, medico, guida turistica.

Considerando dunque i soli individui che possiedono una occupazione lavorativa parallela all’attività di B&B, sembra che questi, almeno in alcuni casi, siano in possesso di quelle competenze ritenute importanti per il successo di una attività ricettiva, quali conoscenza del settore commerciale, abilità interpersonali e relazionali e competenze contabili.
Inoltre la maggior parte (87,9 %) dichiara di parlare una o più lingue straniere. Ma, riguardo ad esperienza sviluppata specificatamente nel comparto ricettivo e di relazione con gli ospiti, il gestore non risulta essere altrettanto preparato: per il 73,1% dei rispondenti si tratta della prima esperienza in materia ed il 74,1% non ha mai partecipato a corsi di formazioni specifici per il settore prima di aprire l’attività.
Sembrerebbe quindi che colui che decide di aprire un B&B lo faccia contando solamente sulle proprie abilità personali e interazionali. Queste costituiscono certamente, come appena detto, delle qualità importanti nella gestione, la cui natura resta quella di ricreare, nell’ambito di una pur sempre attività ricettiva, un ambiente caldo e familiare finalizzato ad un contatto più autentico tra guest e host. È giusto rilevare però che rimane una certa improvvisazione nella sua gestione; infatti sebbene l’esercizio di questo particolare modello di ricettività non richieda livelli di management particolarmente complessi, la fornitura di servizi agli ospiti non dovrebbe mai essere frutto di arrangiamento che ne sottovaluti gli aspetti importanti ma, anzi, è necessario un certo grado di formazione per riuscire ad ottenere una reale customer satisfaction da parte del viaggiatore e a proporre un’offerta competitiva.
Del resto, l’esperienza pregressa nel settore dell’ospitalità o della ristorazione risulta tra i fattori di successo, secondo lo studio completato sui B&B della Virginia, perché rende il gestore più consapevole degli aspetti tecnici riguardanti l’esercizio ricettivo e dei requisiti necessari al suo svolgimento.
Il questionario sottoponeva poi al gestore una domanda rispetto al fatto di potersi ritenere soddisfatto o meno di aver aperto un B&B, chiedendo di attribuire un punteggio da 1 a 5 in una scala lineare da 1(per niente soddisfatto) a 5 (molto soddisfatto): il 49,8% e il 34,4% ha dichiarato di essere molto soddisfatto o comunque di esserlo abbastanza, il 14,1% invece ha deciso di collocarsi in una posizione intermedia.
Nessuno si è dichiarato insoddisfatto o poco soddisfatto.
Con la stessa tipologia di criterio veniva anche chiesto quante risorse economiche il gestore destini alla ristrutturazione e all’arredamento dei locali; il 39,3% ha dichiarato di destinare molte risorse e il 28,2% di destinarne abbastanza. Il 26,2% invece ha dichiarato di posizionarsi a metà nella scala lineare e per finire solo un 4,3% e un 2% hanno dichiarato di destinarne rispettivamente poche o nessuna. Nella scelta dello stile e dell’arredamento dei locali il proprietario è orientato prevalentemente alla creazione di un’atmosfera familiare (40%), mentre il 33,8% preferisce ricrearne una di tipo moderno. Solo il 20% ha invece pensato di propendere per l’ideazione di un ambiente che potesse rievocare la tradizione tipica siciliana.
Il restante 6,2% dichiara di non essere orientato verso nessuna in particolare.
Da questi ultimi dati emerge come l’ambiente in cui l’ospite viene accolto è generalmente abbastanza curato, sia nello stile che nella ristrutturazione e nell’arredamento dei locali.