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LA CASA VECCHIA - Recupero e rifunzionalizzazione come bed&breakfast di un edificio rurale in Toscana

di
Università degli Studi di Genova
Scuola politecnica
Corso di Laurea Magistrale in Architettura
Tesi di Laurea in Statistica del Turismo
Relatrice: Prof.ssa Arch. Lucina Napoleone
Correlatore: Prof. Arch. Andrea Giacchetta
Anno accademico: 2015-2016
Sessione di Laurea: Marzo 2016

6 - Stato di conservazione

Il complesso rurale che si trova in stato di abbandono da circa 30 anni, ha subito un notevole degrado causato sia dagli agenti atmosferici che della mancanza di manutenzione. Il passare del tempo e l’abbandono, hanno contribuito ad aggravare le patologie che intaccano gli edifici del complesso. Una prima distinzione può essere effettuata considerando le diverse tipologie di edificato presenti nel complesso rurale dettate dall’uso degli spazi: l’abitazione ed il fienile. La prima, presenta prospetti per la maggior parte intonacati e maggiormente rifiniti con una stesura di tinta di colore rosa (ancora visibile in alcuni punti); mentre il fienile, essendo un edificio utilizzato solo per deposito di materiali agricoli e per ricovero animali, si presenta parzialmente intonacato e con una muratura mista in mattoni e calcare marnoso. L’abitazione è principalmente soggetta a fenomeni che intaccano gli intonaci, la tinta, la copertura e gli infissi. Gli intonaci sono soggetti a tre livelli di erosione (asportazione superficiale della tinta, asportazione profonda dell’intonachino, asportazione profonda dell’arriccio). La tinta, è interessata da craquelure (visibile principalmente nel prospetto sud). Nei punti “critici” della casa (stipiti, angoli, attacco a terra) sono visibili lacune di entità variabile: la muratura sottostante messa in evidenza dalla lacuna, è una muratura mista in laterizio, malta e calcare marnoso. Anch’essa soggetta ad erosione superficiale, presenta una scarnificazione dei giunti di malta.

La presenza di vegetazione infestante è riscontrata Stato di conservazione nelle parti inferiori della struttura e comporta l’insorgere di piccole fessurazioni e disgregazioni nella muratura.

Il manto di copertura in marsigliesi, risulta sconnesso o mancante in alcune parti; questo provoca fenomeni quali erosione da dilavamento in facciata, marcescenza degli elementi lignei del sotto tetto, esfoliazione degli intonaci interni. In modo diffuso, è presente sulle marsigliesi deposito superficiale coerente e patina biologica. Si osserva inoltre la mancanza in facciata di canali di gronda. A livello strutturale, l’abitazione non mostra segni di particolare rilevanza; sono comunque presenti fessurazioni e mancanze di parti murarie. Il ruolo strutturale di alcuni elementi in facciata risulta però compromesso: i ferri del balcone, non risultano più idonei a sostenere il peso della lastra di marmo che compone il piano di calpestio del balcone. La lastra, è soggetta a deformazione da imbarcamento e fessurazioni. Inoltre presenta macchie provocate da sali di ferro e rame ed erosione dovuta alla percolazione dell’acqua. I ferri strutturali e le ringhiere, risultano intaccati da ossidazione. Il degrado del ferro ha provocato sulle superfici adiacenti e sottostanti, la formazione di macchie di prodotti da corrosione. Gli infissi in legno dell’abitazione, presentano fenomeni di rottura, di mancanza di parti, di marcescenza e fori di sfarfallamento. I vetri degli infissi hanno uno spessore esiguo e sono soggetti a facile rottura. I piani di calpestio si differenziano all’interno dell’abitazione in base al vecchio utilizzo degli spazi: gli ambienti distributivi (ingresso, disimpegno, scale) presentano una pavimentazione in lastre di marmo di Carrara; le altre stanze del piano terra sono caratterizzate da una pavimentazione in piastrelle quadrate di cotto. I piani di calpestio del primo piano, sono composti da piastrelle esagonali in cemento. In generale, è possibile affermare che le pavimentazioni della casa, si presentano in uno stato conservativo piuttosto buono: presentano una lieve usura e deposito superficiale incoerente. Il fienile, essendo un edificio “povero” usato come deposito attrezzi e ricovero animali da fattoria, presenta soluzioni costruttive adattate alla necessità di usufruire di spazi esterni all’abitazione. A partire dalla muratura esterna, si denota subito il carattere del manufatto: la muratura mista in laterizio, calcare marnoso e malta, è a vista nelle parti inferiori dei prospetti. L’intonaco è parzialmente presente in tutte le facciate; la tinta è invece visibile solo su alcune porzioni d’intonaco. I fenomeni di degrado che intaccano le superfici esterne sono: erosione (asportazione superficiale della tinta, asportazione profonda dell’intonachino), erosione da dilavamento, marcescenza, rottura e mancanza di parti degli elementi lignei. I prospetti interni del fienile, sono soggetti ad una diffusa disgregazione dei giunti di malta, ad un’erosione superficiale della malta presente in alcuni punti e a macchie diffuse sul lato interno delle tavelle della copertura. Gli elementi lignei che compongono la struttura del tetto, sono soggetti a deformazione, marcescenza e fori di sfarfallamento. Il loro ruolo strutturale non è tuttavia compromesso e nella fase d’intervento verranno recuperati e riutilizzati. Al piano terra, la pavimentazione è in terra battuta mentre al primo piano è visibile la stuttura del solaio poichè priva di rifinitura. Il collegamento tra i due livelli, avviene per mezzo di una scala a pioli appoggiata alla muratura: l’apertura nel solaio ha una dimensione esigua ed è stata realizzata seguendo l’orditura del solaio. Le travi in ferro del solaio sono visibili nei prospetti esterni e sono soggette ad ossidazione.