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LA CASA VECCHIA - Recupero e rifunzionalizzazione come bed&breakfast di un edificio rurale in Toscana

di
Università degli Studi di Genova
Scuola politecnica
Corso di Laurea Magistrale in Architettura
Tesi di Laurea in Statistica del Turismo
Relatrice: Prof.ssa Arch. Lucina Napoleone
Correlatore: Prof. Arch. Andrea Giacchetta
Anno accademico: 2015-2016
Sessione di Laurea: Marzo 2016

7 - Relazione di progetto

Il passaggio che si denota alla fine degl’anni ‘90 tra una condizione di utilizzo a pieno regime e il riscoperto interesse verso il riuso dei manufatti rurali successivo ad uno stato di totale o parziale abbandono, ha comportato tutta una serie di interventi volti al recupero e all’adeguamento dell’edificato rurale del territorio comunale. L’analisi sul patrimonio architettonico rurale del comune di Fosdinovo, ha evidenziato il cambiamento di destinazione d’uso di numerose strutture minori, adibite in passato ad attività agricole ed utilizzate oggi a fini residenziali o come locali accessori alla residenza anche se alcuni edifici continuano ad essere in stato di ad abbandono. Sono proprio i fabbricati in disuso, o comunque quelli utilizzati in maniera non continuativa, ad aver mantenuto maggiormente le caratteristiche tipologiche primitive. Essi, per questo motivo, costituiscono una valida ed importante documentazione per quanto riguarda lo studio dell’utilizzo dei materiali, la tecnica costruttiva e i dettagli architettonici. Prima che si diffondesse la tendenza a rivalutare il patrimonio architettonico rurale, gli interventi di recupero sui fabbricati (o anche di sola manutenzione) più che alla conservazione degli stessi, hanno mirato quasi esclusivamente allo sfruttamento delle volumetrie già esistenti. Le conseguenze di tale approccio risultano più che evidenti: sono complessi edilizi completamente, o in larga misura, compromessi al punto da rendere ormai illeggibile la struttura architettonica tipologica originaria. Sull’onda del successo della formula agrituristica ed in generale sulla scia di una rivalutazione anche culturale della civiltà contadina, il recupero delle strutture rurali è divenuto negli ultimi anni più attento al rispetto delle preesistenze. L’interesse per l’architettura rurale ha comportato, oltre ad una maggiore attenzione nella scelta dei dettagli e dei materiali (di recupero o comunque scelti in conformità con l’originario), anche ad una maggior cura nella manutenzione degli annessi minori e nella progettazione degli spazi esterni.

Uno degli obiettivi che il progetto persegue è la difesa dei caratteri autentici ed unitari dell’insediamento, che ne rappresentano l’identità e, vanno quindi salvaguardati. Nell’edilizia rurale, ritenuta “povera”, alcuni dettagli testimoniano un’insolita sapienza di fattura che dovrebbe essere tramandata alle generazioni future. Il progetto, si propone di conciliare e trovare un giusto “compromesso”, tra la persistenza e tutela dei caratteri tipologici e, la nuova destinazione d’uso del manufatto. Quest’ultima richiede particolari attenzioni verso l’efficienza e la sostenibilità dell’edificio. Una nuova funzione inserita in un contesto di preesistenza, comporta scelte progettuali che devono tenere conto sia delle nuove normative a livello energetico che delle necessità comportate dal nuovo utilizzo degli spazi. Il progetto si sviluppa proprio attraverso questo difficile rapporto: rifunzionalizzare senza compromettere o distruggere il patrimonio esistente. Molteplici risultano essere i tentativi di riuso che hanno però stravolto l’identità dell’edificio o del contesto per ottenere la massima efficienza e fruibilità degli ambienti. Questo approccio, non risulta idoneo ne con la filosofia di intervento proposto, ne con la prospettiva di conciliare le nuove tecnologie ad un recupero consapevole e attento.

Il complesso rurale non presenta elementi di particolare pregio architettonico ma denota un carattere tipologico ben riconoscibile. L’idea di rifunzionalizzare gli spazi attraverso la struttura ricettiva “bed & breakfast” deriva inizialmente dallo studio del territorio: la vicinanza a luoghi d’interesse sia in Toscana che in Liguria (cave di marmo, città archeologica di Luni ect.), la posizione geografica del complesso (vicinanza al mar ligure e alle alpi Apuane), il diffuso “turismo agricolo”, la presenza di risorse storiche testimoniali (ville, complessi edilizi a testimonianza storica..) hanno definito una strategia in cui il recupero incentiva, in parte, il cambio di destinazione d’uso. Dopo aver realizzato le fasi di rilievo e, dopo aver appreso ulteriori conoscenze sul manufatto, l’idea di inserire nel contesto esistente una struttura ricettiva, ha condotto alla definizione degli spazi. È prevista una “macro ripartizione” degli ambienti esistenti in spazi privati e in spazi dedicati alla ricezione turistica. Quelli privati saranno destinati a dimora dei proprietari e si concentreranno all’interno del “blocco centrale” della casa. Gli spazi adibiti a struttura ricettiva, si concentreranno in parte all’interno del fienile, in parte nella porzione secondaria dell’abitazione e all’interno dell’attuale garage. La netta suddivisione deriva dall’idea che la conduzione famigliare debba essere sempre presente all’interno del complesso ma debba anche mantenere la propria “indipendenza” rispetto al soggiorno degli ospiti. Nel totale, le camere del B&B a disposizione, saranno due. Quella posizionata in una parte della casa è stata pensata come camera matrimoniale con servizi igienici annessi; la camera inserita all’interno del fienile occupa invece l’intero volume e diventa una sorta di appartamento. Il piano terra è stato progettato come grande soggiorno ed ospita (dove prima c’era il ricovero animali) i servizi igienici. Il primo piano del fienile è adibito a camera da letto matrimoniale.

Gli spazi comuni del bed&breakfast, saranno collocati nell’attuale garage e nello spazio adiacente (attuale tettoia registrata al catasto). Il garage ospiterà la reception e un piccolo spazio adibito alla vendita dei prodotti agricoli. La sala colazioni, è stata progettata al posto della tettoia all’interno di un volume di nuova realizzazione.

Una volta definito l’uso degli spazi, il progetto entra nella fase di dettaglio: occorre trovare per ogni situazione, soluzioni che non compromettano il carattere degli edifici del complesso ma che, risolvano i problemi causati dal degrado, dalla mancata manutenzione e dalla tipologia architettonica non realizzata per ospitare una funzione diversa da quella iniziale (il fienile ne è un chiaro esempio). È stata applicata un’ulteriore distinzione: gli interventi di tipo conservativo saranno realizzati sia sui prospetti esterni che interni in base alla priorità di conservazione degli elementi presenti. I prospetti esterni dell’abitazione, raccontano l’identità storica del complesso rurale e portano i segni leggibili del passare del tempo; proprio per queste caratteristiche si è deciso di conservare la maggior parte degli elementi che costituiscono le facciate esterne intervenendo maggiormente all’interno con l’applicazione di un isolamento a cappotto (di cui verrà trattato più avanti). Il tentativo di conciliare la necessità d’isolamento termo-acustico con le informazioni storiche contenute e trasmesse dai prospetti, ha condotto ad una fase di ricerca in cui si è cercato di valutare (nei diversi casi) quale sia il “male minore” in termini di perdita di informazioni storiche.

Il fienile, come accennato in precedenza, essendo un ambiente non adibito alla vita quotidiana, presenta soluzioni più “semplici” e meno rifinite. Analizzando gli interni e gli esterni e dovendo individuare soluzioni percorribili per adibire gli spazi a camere (facendo quindi riferimento a normative specifiche riguardanti la sicurezza e le dimensioni delle stanze) si è scelto di tutelare maggiormente gli spazi interni caratterizzati da una muratura in mattoni faccia a vista. Gli interni del fienile mettono in evidenza le potenzialità di questi spazi. Gli esterni saranno quindi oggetto di rivestimento a cappotto. Ogni intervento proposto è frutto di una progettazione attenta al particolare e all’effetto “generale” sui manufatti.