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Villa Grimani Valmarana
Con parco in parte recente, che tuttavia conserva qualche esemplare arboreo di grandi dimensioni.L'architettura della villa si caratterizza per la presenza del coronamento centrale rialzato e raccordato mediante volute laterali alla parte sottostante, per il finestrato centrale con balaustre e per le due brevi ali laterali a chiusura della facciata principale, dal vago ricordo di torri. L'origine della villa si ricollega ad una costruzione che nei documenti del Quattrocento viene chiamata “il castello”: secondo alcuni questa prima villa sarebbe sorta sulle rovine di un “fortilizio” che nel ‘200 apparteneva alla famiglia padovana dei Delesmanini.D'altronde la posizione di questa villa sembra essere stata favorita dalla vicinanza del corso del Brenta, che sino alla metà del sec. XIX passava a breve distanza dietro l'edificio. Appartenuta dapprima ai Loredan, agli Erizzo e ai Trevisan, il “palazzo” fu acquistato nel 1520 dal card. Domenico Grimani, patriarca di Aquileia e figlio di Antonio (doge 1521-1523), ed ospitò poi gli alti ecclesiastici della famiglia Grimani, tutti noti per il mecenatismo e le ricchissime collezioni d'arte.
Per oltre due secoli rimase della famiglia Grimani, del ramo che assunse anche il cognome Calergi, sinchè nel 1739 passò ai Vendramin, assieme al notissimo palazzo veneziano sul Canal Grande. Tra il 1762 e il 1773 i fratelli Francesco e Antonio Vendramin sottoposero la villa ad un'ampia opera di ammodernamento, che incise in misura notevolissima negli interni, anche se la struttura tipica della casa veneziana di campagna, con sala centrale e stanze laterali, rimase immutata. Elena Vendramin-Calergi, vedova di Andrea Valmarana, ultima discendente della famiglia, dispose con il suo testamento del 1893 la fondazione di un istituto per l'educazione delle fanciulle sordomute. Riconosciuta come ente morale nel 1907, la Fondazione iniziò la sua opera due anni più tardi proprio nella splendida villa, alla quale nel corso degli anni si affiancarono altri edifici (l'ala a sinistra fu innalzata nel 1926 secondo lo stile del corpo antico). Oltre alla raccolta cappellina abbellita da una pala di Palma il Giovane al pianterreno, è notevole l'elegante scala a chiocciola in pietra tenera sostenuta da una colonna. Al primo piano si possono ammirare le decorazioni settecentesche dell'appartamento principale, quasi completamente affrescato dal pittore e scenografo veneziano Andrea Urbani (1711-1798) che fu molto attivo nelle dimore di campagna della nobiltà veneziana.