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Hermitage of Sant'Alberto di Butrio

L’Eremo Sant’Alberto, sorge fra primi rilievi dell’Appennino oltrepadano a 687 metri di altezza, isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascoli, castagni, querce e abeti. - Dopo la morte di Sant’Alberto, l’eremo crebbe ancora in potenza e numero di monaci tanto da divenire un centro spirituale di una vastissima zona. - Ospitò illustri personaggi ecclesiastici e laici. Si crede vi abbiano soggiornato anche Federico Barbarossa e Dante Alighieri. Verso la metà del XV secolo, con l’avvento degli abati commendatari, l’Eremo incominciò il periodo di decadenza. - Nel 1543 gli ultimi monaci lasciarono l’Eremo trasferirsi altrove. Seguirono tre secoli di quasi abbandono totale, durante i quali il monastero e parte della torre furono distrutti. - Con l’avvento delle leggi napoleoniche, nel 1810, l’Eremo fu soppresso e requisito dal governo. - Dopo tre secoli (1600-1900), la cura dell’Eremo fu affidata a Don Orione nel 1900, anno in cui avvenne la riesumazione dei resti mortali di Sant’Alberto, deposti poi entro una statua di cera che si può vedere nella chiesa di Sant’Alberto. - Nel 1921 don Orione ripopolò l’Eremo collocandovi gli eremiti da lui stesso fondati nel 1899. Questi sono ancora presenti in questo Eremo e conducono una vita di francescana semplicità e preghiera. Tra di essi ebbe una certa rinomanza uno, chiamato Frate Ave Maria, che visse in questo luogo per circa quarant’anni dal 1923 al 1964 conducendo una vita straordinaria per santità, preghiera e penitenza.