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L’evoluzione del Bed & Breakfast nel Vastese

di Anna Di Francesco
Università degli Studi "G. D'Annunzio"
Chieti - Pescara
Scuola delle Scienze Economiche Aziendali Giuridiche e Sociologiche
Dipartimento di Economia
Corso di Laurea in Economia ed Amministrazione delle Imprese
Relatore: Chiar.mo Prof. Giacomo Cavuta
Anno Accademico 2014/2015

3.4 - L'offerta extralberghiera in Abruzzo

Ai fini della presente analisi è opportuno osservare i dati relativi all’offerta extralberghiera che si compone di alloggi in affitto gestiti in forma impren- ditoriale, campeggi e villaggi turistici, agriturismi e alloggi del turismo rurale, ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini e altri esercizi ricettivi come i bed & breakfast. Durante il decennio 2001-2011 la capacità ricettiva extralberghiera abruzzese è aumentata considerevolmente in termini di esercizi (+220,0%), più di quanto accaduto in Italia (+26,3%). L'incremento ha riguardato anche i posti letto (+24,5%) ma in misura inferiore alla media nazionale. E' un andamento che evidenzia il forte sviluppo delle strutture extralberghiere, che, a partire dagli anni cinquanta, hanno svolto un ruolo competitivo rispetto a quelle alberghiere. Molti agriturismi e bed & breakfast sono veri e propri esercizi alber- ghieri con meno vincoli organizzativi e operativi e minori costi, così che praticano una forte concorrenza. Si rivolgono, comunque, a una clientela diversa da quella alberghiera perche´ attraggono ospiti interessati non solo alla loro economicità ma anche alla tipicità, all'autonomia, alla localizzazione e alle particolari esperienze che rendono possibili. La dimensione media delle strutture extralberghiere è nel decennio considerata diminuita ovunque: in Abruzzo da 100 a 39 posti letto per esercizio, in Italia da 22 a 21. Il fenomeno è legato all'apertura soprattutto di bed & breakfast che hanno dimensioni limitatissime rispetto ai villaggi turistici e ai campeggi. Per quanto riguarda le singole tipologie di esercizi, al 2011 la capacità ricettiva dei campeggi e dei villaggi turistici rappresenta in Abruzzo più dei due terzi del totale extralberghiero, con 44.104 posti letto distribuiti su 85 esercizi. La ricettività all'aria aperta regionale rappresenta il 3,2% dei posti letto italiani ponendo la regione al 13° posto. La voce alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale al 2011 include le case e gli appartamenti per vacanze, gli esercizi di affittacamere, le attività ricettive in esercizi di ristorazioni, le unità abitative ammobiliate per uso turistico, i residence e le locande. In Abruzzo nel 2011 si contano 336 strutture che offrono 4.377 posti letto e rappresentano rispettivamente lo 0,5% e lo 0,8% del totale nazionale. La tipologia agriturismi e alloggi del turismo rurale include al 2011, gli agriturismi, le country house o residenze di campagna e tutti i tipi di alloggio, previsti dalle leggi regionali, che rientrano nel cosiddetto “turismo rurale”. In Abruzzo, questa tipologia, con 5.246 posti letto in 421 esercizi, rappresenta l'8,8% dei posti letti extralberghieri totali. Il comparto residuale “altri esercizi” comprende un'ampia varietà di strutture, quali ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini e bed & breakfast. Questi ultimi, con 4.076 posti letto distribuiti in 658 esercizi, hanno il ruolo principale nell'ambito degli "altri esercizi". A livello territoriale, sono suddivisi in maniera piuttosto omogenea con quote variabili tra il 23% e 30% a Chieti, L'Aquila e Pescara mentre Teramo presenta il valore minore (circa 17%). Anche questa tipologia ricettiva è caratterizzata da dimensioni mediamente piccole (circa 6 posti letto per esercizio) e omogenee, per cui le quote degli esercizi e dei posti letto sul totale regionale si equivalgono. Le case per ferie offrono 1.204 posti letto in 12 strutture , gli ostelli per la gioventù presentano una capacità ricettiva di 574 posti letto complessivi in 18 esercizi, infine, i rifugi alpini rappresentano la quota minore di capacità ricettiva a livello regionale con 187 posti letto in 9 strutture. (Pubblicazione monografica (2014)“Il turismo in Abruzzo “ CRESA - L'Aquila - pagg. 62-67)

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Tab.3.4 a CAPACITÀ DELLE STRUTTURE RICETTIVE EXTRALBERGHIERE DELLE PROVINCE ABRUZZESI. ANNO 2011
Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT

Le fonti ufficiali (principalmente ISTAT e Banca d'Italia) relative ad offerta e domanda turistica a livello regionale e provinciale forniscono dati puntuali ed aggiornati sulla capacità ricettiva delle strutture, sugli arrivi e presenze e, per quanto attiene agli stranieri, su particolari della domanda, quali la provenienza, la spesa media, ecc.. Mancano dati ed informazioni su altri aspetti di grande rilevanza per la comprensione delle caratteristiche strutturali dell'offerta turistica regionale, del suo modus operandi, delle modalità di comunicazione e promozione, della capacità competitiva attuale e futura. Il CRESA, attraverso un questionario rivolto ad un campione di 216 strutture, ha realizzato un'indagine diretta presso gli operatori turistici operanti in Abruzzo con l'obiettivo di raccogliere informazioni, non diversamente reperibili, riguardanti specifici aspetti dell'offerta, con particolare riguardo per quelli, quali gli investimenti e le politiche di marketing, più rilevanti per la comprensione della capacità competitiva del sistema delle imprese turistiche regionali. Poco meno del 90% delle imprese intervistate opera nel campo della ricettività; poco più del 10% svolge, invece, attività diverse. Gli alberghi rappresentano quasi la metà delle strutture ricettive, i Bed&Breakfast il 15%, i campeggi e gli agriturismi poco meno del 10%, i villaggi turistici del 5%, gli affittacamere del 3%. Intorno al 10% anche il peso delle strutture ricettive di tipo diverso; si tratta in prevalenza di case e appartamenti per vacanze, residenze turistiche alberghiere e country house. Gli stabilimenti balneari costituiscono l'83% delle strutture che forniscono attività di svago, gli impianti sciistici il 17%.

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Grafico 3.4 b IMPRESE RICETTIVE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITà PREVALENTE (peso %) Fonte: CRESA, Indagine sul Turismo, 2013

Poco più del 9% delle imprese campionate ha sede in uno dei 4 comuni capoluogo: sono strutture ricettive (80%), principalmente alberghi seguiti, a distanza da B&B, e stabilimenti balneari con sede a Pescara (20%). Nelle principali città, quindi, si conferma prevalente l'offerta turistica tradizionale, quale può essere definita quella alberghiera, e comincia a prendere corpo una nuova forma di ospitalità, quella extra- alberghiera dei B&B, di più recente formazione, come testimonia il fatto che tale tipologia ricettiva è stata istituita più di recente (L.R. 78/2000) e le strutture ricettive con sede nei capoluoghi di provincia coinvolte nell'indagine hanno mediamente 11 anni di attività contro i 20 delle strutture alberghiere. Relativamente all'offerta extra- alberghiera, l'ospitalità montana è caratterizzata da un 17% di B&B, quella collinare da un 35% di agriturismi e un 12% di altre strutture, tra le quali prevalgono le country house, quella costiera da un 24% di campeggi e villaggi turistici. Le strutture ricettive extra-alberghiere operano mediamente da 13 anni sulla costa, 10 in collina e 11 in montagna. Incrociando i dati relativi a tipologia ricettiva e anni di attività, si osserva che la zona collinare si delinea come area connotata da un'offerta turistica meno tradizionale ma più “informale”, quale quella degli agriturismi e di altre tipologie fortemente connesse alle caratteristiche del territorio. L'offerta montana si sta trasformando, da prettamente alberghiera a sempre più extra-alberghiera, quindi anch'essa acquisisce lineamenti di sempre maggiore tipicità. Al contrario, è la ricettività costiera ad essere più cristallizzata in tipologie, quali alberghi, campeggi e villaggi turistici, meno tipicamente locali, come peraltro avviene generalmente nelle aree rivierasche, meta di turismo di massa. (Pubblicazione monografica (2014)“Il turismo in Abruzzo “ CRESA - L'Aquila - pagg. 165-168). Nell'analizzare i dati relativi a fatturato e dipendenti è doveroso premettere che esiste una certa resistenza da parte degli operatori a fornire informazioni corrispondenti alla realtà, pertanto i dati esposti devono essere letti con una certa prudenza. Il 44% delle imprese turistiche intervistate ha fatturato nel 2012 fino a 100 mila euro, il 32% da 100 mila a 500 mila euro, il 12 % da 500 mila a 1 milione di euro, il 5% da 1 a 3 milioni di euro e solo l'1% più di tre milioni di euro. Passando ad analizzare il fatturato per tipologia di attività d'impresa, si osserva che quasi il 70% degli alberghi presenti nel campione ha dichiarato di fatturare fino a 500 mila euro, un terzo dei quali fino a 100 mila euro, il 20% da 500 mila a 1 milione di euro e solo il 7% da 1 milione a 3 milioni di euro. Quelle non alberghiere mostrano una maggiore incidenza, decisamente legata alle minori dimensioni, nella fascia di fatturato più bassa (69%) e conseguenti pesi più contenuti delle classi via via più alte. Sono in particolare i B&B, gli affittacamere e gli agriturismi a far registrare le maggiori quote di imprese con fatturato fino a 100 mila euro.

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Tab. 3.4 c IMPRESE TURISTICHE PER CLASSE DI FATTURATO. Anno 2012 (peso %) Fonte: CRESA, Indagine sul Turismo, 2013

Per quanto riguarda gli addetti, è nelle strutture costiere che si registra per ogni tipo di impresa il maggior numero di lavoratori. In collina e in montagna le strutture ricettive presentano valori assai simili, leggermente più grandi in collina quelli degli alberghi, degli affittacamere e dei B&B e in montagna degli agriturismi e delle altre strutture ricettive. I valori degli occupati nelle imprese turistiche operanti nei capoluoghi di provincia sono generalmente inferiori a quelli medi regionali, eccezion fatta per le “altre strutture ricettive” e per gli stabilimenti balneari i cui dati sono certamente influenzati dalla presenza nel gruppo considerato del comune di Pescara, località balneare piuttosto nota e frequentata dai turisti. (Pubblicazione monografica (2014)“Il turismo in Abruzzo “ CRESA - L'Aquila - pagg. 177-179)

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Tab. 3.4 d NUMERO MEDIO DI ADDETTI PER TIPOLOGIA E AREA GEOGRAFICA. Anno 2012 (val. assoluti)
Fonte: CRESA, Indagine sul Turismo, 2013

Tenendo conto che la domanda ha registrato un tasso di rispondenza pari all'88,0%, le risposte fornite dagli operatori permettono di affermare che a livello regionale nel periodo 2008-2012 gli arrivi hanno mostrato una tendenza diffusamente orientata alla diminuzione, dato che più della metà dei rispondenti (54,2%) ha dichiarato di aver subito un calo, quasi un quarto (24,7%) ha riscontrato un andamento stabile e poco più di un quinto (21,1%) ha registrato un aumento. Tra le aree geografiche l'andamento peggiore è quello osservato tra le strutture dei comuni collinari che hanno mostrato una maggior prevalenza di flessioni. Le strutture costiere e quelle montane registrano una minore prevalenza di diminuzioni e, in particolare, nei comuni litoranei è stata riscontrata una maggiore quota di stabilità. Gli andamenti osservati dalla diverse tipologie di strutture ricettive mostrano evidenti differenze: gli alberghi registrano la peggiore situazione considerando che più dei tre quarti (75,5% dei rispondenti) ha riscontrato un calo degli arrivi. Anche i campeggi e le altre strutture ricettive registrano un'elevata diffusione di andamenti in calo (rispettivamente 55,6% e 55,0%) ma essa è bilanciata da una certa quota di variazioni in aumento (rispet- tivamente 27,8% e 65,7%). Emergono i villaggi turistici con la maggiore percentuale di strutture rispondenti che hanno registrato incrementi (75,0%) e gli impianti di risalita, nessuno dei quali ha rilevato diminuzioni. Le risposte al questionario ci permettono di analizzare anche le variazioni nella permanenza media intervenute nello stesso periodo. Considerando che la domanda ha ottenu- to un tasso di rispondenza pari all'86,1%, più dei due terzi dei rispondenti (69,4%) ha dichiarato che la permanenza media è diminuita, per più di un quarto (26,3%) è rimasta stabile e solo per il 4,3% di essi è risultata in aumento. Tra le aree geografiche l'andamento peggiore è registrato dai comuni collinari dove l'82,1% delle strutture rispondenti ha mostrato variazioni in calo. Tale diffusione diminui- sce nelle aree costiere (74,4%) e ancor più in quelle montane (57,4%), ma bisogna osservare che i comuni litoranei non registrano alcuna struttura che ha osservato allungamenti della permanenza media. Le strutture turistiche localizzate nei comuni capoluogo di provincia evidenziano un peggiore andamento rispetto alla media regionale perche´ i tre quarti di quelle rispondenti fanno rilevare accorciamenti della permanenza media e mancano operatori che dichiarino aumenti, contro il 4,3% del valore registrato nella regione. Tra le diverse tipologie di strutture turistiche si nota una generale prevalenza di andamenti in calo, che raggiungono il massimo nei villaggi turistici (87,5%), negli alberghi (77,8%) e negli stabilimenti balneari (70,6%). E' da notare che tra le strutture censite solo gli alberghi, gli affittacamere, i B&B, gli agriturismi e i campeggi rilevano operatori che dichiarano di aver osservato un allungamento della permanenza media, ma la loro numerosità è così esigua che prevalgono comunque gli andamenti in diminuzione. (Pubblicazione monografica (2014)“Il turismo in Abruzzo “ CRESA - L'Aquila - pagg. 189-192)

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Tab. 3.4 e ANDAMENTO 2008-2012 DEGLI ARRIVI NELLE STRUTTURE TURISTICHE PER TIPOLOGIA (val. % dei rispondenti)
Fonte: CRESA, Indagine sul Turismo, 2013

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Tab. 3.4 f ANDAMENTO 2008-2012 DELLA PERMANENZA MEDIA NELLE STRUTTURE TURISTICHE PER TIPOLOGIA (val. % dei rispondenti)
Fonte: CRESA, Indagine sul Turismo, 2013

Il questionario somministrato ha permesso di analizzare anche la composizione della clientela per aree di provenienza geografica (Abruzzo, altre regioni italiane, Unione Europea e altri paesi stranieri) relativamente al 2012 e la variazione intervenuta rispetto al 2008. Tenendo conto che gli intervistati avevano la possibilità di fornire risposte multiple, si può affermare che nella regione prevale la clientela proveniente dalle altre regioni italiane che è stata registrata dalla quasi totalità degli operatori rispondenti (99,4%). Seguono quella abruzzese (84,1%), quella proveniente dall'Unione Europea (72,0%) e dagli altri paesi stranieri (54,1%). Le risposte fornite dalle strutture ricettive intervistate ci danno la possibilità di rilevare alcuni comportamenti della clientela per grandi classi di provenienza geografica. Infatti, considerando il totale degli esercizi ricettivi che hanno dichiarato di aver ospitato turisti abruzzesi si può evidenziare che più della metà di essi ha trascorso le proprie vacanze in albergo (52,2%) e una quota molto inferiore nei B&B (15,7%). Situazione approssimativamente simile si verifica per i turisti provenienti dalle altre regioni italiane e per gli stranieri, sia europei che extraeuropei, sebbene per questi ultimi diminuisca il peso degli alberghi e aumenti quello dei B&B. A un maggiore livello di dettaglio si nota che gli abruzzesi preferiscono gli alberghi in particolare nelle province di Chieti e L'Aquila, i B&B in quella di Pescara, le altre strutture ricettive a Teramo e i campeggi a Chieti. I turisti italiani prediligono le strutture alberghiere e i campeggi soprattutto in provincia di Chieti, i B&B e gli agriturismi in quella di Pescara, i villaggi turistici e le altre strutture ricettive in quella di Teramo. Gli ospiti provenienti dai paesi dell'Unione Europea e dagli altri paesi stranieri privilegiano gli alberghi e i campeggi soprattutto in provincia di Chieti, i B&B in quella dell'Aquila, gli agriturismi in quella di Pescara, le altre strutture ricettive a Teramo. (Pubblicazione monografica (2014)“Il turismo in Abruzzo “ CRESA - L'Aquila -

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Tab. 3.4 g TIPOLOGIE DI STRUTTURE RICETTIVE UTILIZZATE DALLA CLIENTELA DISTINTA PER PROVENIENZA (val. %)
Fonte: CRESA, Indagine sul Turismo, 2013

“L’Abruzzo è sconosciuto al di fuori dei propri confini, dove la nostra offerta turistica è davvero all’anno zero”. Il direttore dell’istituto di ricerca delle Camere di commercio abruzzesi Francesco Prosperococco ha indicato nel 2009, anno del terribile sisma che ha colpito l’Abruzzo e l’Aquilano in particolare, la data di svolta, ovviamente in negativo, rispetto a una lenta ma costante crescita degli anni precedenti: «Un colpo durissimo, amplificato dall’effetto mediatico sul terremoto, da cui non siamo più riusciti a riprenderci». Valutazione confermata dai dati: se nel 2008 le presenze turistiche totali, in Abruzzo, superavano i 7,5 milioni, nel 2013 sono scese a poco sopra i 6,9 milioni. Prosperococco ricorda «come lo sforzo dei prossimi anni debba essere indirizzato verso una programmazione non di breve periodo, ma a medio e lungo termine». Per il responsabile regionale di Cna Turismo, Cristiano Tomei, è necessario che la Regione convochi «al più presto un tavolo tecnico, aperto agli operatori del settore, per programmare la prossima stagione turistica, che deve segnare la riscossa abruzzese, passando sotto la lente d’ingrandimento le criticità del settore», a fronte di un Abruzzo che ha tutte le qualità per poter attrarre nuove presenze turistiche. Ma le imprese, soprattutto dopo il bilancio quasi fallimentare della stagione estiva appena conclusa, non ce la fanno a reggere più da sole il confronto. Occorre il sostegno istituzionale non solo nei momenti di difficoltà, ma per programmare tutta la nostra offerta». (convegno “Il turismo risorsa fondamentale per la crescita dell’Abruzzo”- Pescara, ottobre 2014).