Dove vuoi andare?
Ospiti e camere
...
IT | Cambia lingua Preferiti Vicino a me Inserisci la tua struttura
Regioni Località turistiche Punti d'interesse Offerte Last Minute
B&B Day
primo weekend di marzo
Settimana del Baratto
terza settimana di novembre
BarattoBB
baratto tutto l'anno in B&B
BB25
25 Euro tutto l'anno
B&B Card
richiedila gratis
Come aprire un B&B Mondo B&B Blog Magazine Turismo Speciali Eventi Fiere Punti d'interesse Suggerisci un punto d'interesse Tesi universitarie sul B&B
(Guadagna 100 Euro)
Scopri i B&B migliori B&B Europa
FAQ e contatti Note legali, Cookie Policy, Privacy Area Riservata Gestori
Italiano English Français Deutsch Español

B&B Bargilena Tour Terralba - Consigli Turistici
Affittacamere

I consigli per turisti del gestore

Itinerari insoliti a Terralba e dintorni.

LE ORIGINI, LA MEMORIA: prima c'erano migliaia di Pionieri-Sardi-Bonificatori
Ci fu un tempo in cui a TANCA DEL MARCHESE sulla grande Piazza Sant'Antonio, tra Terralba - Marrubiu e lo Stagno di Sassu - nella regione di Pompongias, davanti all'unico manufatto esistente negli ottomila ettari circa da bonificare (acquisiti dalla Società Bonifiche Sarde alla fine del 1918), cominciarono a presentarsi operai da tutta l'Isola per essere impiegati nella Bonifica.
Ai primi del 1919, davanti alla ex cascina dei Marchesi di Villahermosa riadattata a uffici e sede della S. B. S. , erano già oltre cinquecento alle dirette dipendenze dell'Ing. Dionigi Scano, Direttore Generale della Bonifica, che iniziò - di fatto - i primi rilevamenti ed i primi lavori. Poi, dopo quasi dieci anni, venne il turno dei Veneti, degli Emiliano-Romagnoli, dei Siciliani, eccetera. "Era il periodo in cui per realizzare un'opera non occorrevano molti personaggi, né tagli-di-nastri o discorsi da prima pagina. Bastavano poche idee" - prosa Giovanni Piscedda nel suo Arborea (S'Alvure ed. 1985), in cui informa che, nella primavera-estate 1919, fu possibile installare le prime elettropompe a scopo irriguo alimentate da pozzi scavati nei punti più propizi, grazie alla realizzazione - ad opera della Società Elettrica Sarda - della 1^ linea elettrica ad alta tensione. La rete partiva dalla Cabina di smistamento costruita a Marrubiu e giungeva alla Tanca del Marchese da dove, poi, si dirameranno linee a bassa tensione utilizzate anche in uffici e abitazioni.
La scelta di Tanca del Marchese, centro agrario di 632 ettari propulsore della Bonifica, rappresentò il biglietto da visita della Società Bonifiche Sarde: le stradine di campagna furono sostituite da strade larghe a fondo artificiale a cominciare dal collegamento con Terralba e Marrubiu; furono costruite la prima stalla "bianca e capiente" e "a doppia posta" di animali da latte e da lavoro, la prima cantina in cui circa nove anni dopo verranno imbottigliati i primi Sangiovese e Trebbiano, magazzini per derrate, officine, abitazioni e uffici, serbatoio per acqua.
In quel luogo di storia e di memoria sfociarono anni di Leggi Speciali per la Sardegna e capitali privati, di preparazione e di progettazioni del Riformismo Socialista: Turati, Nitti, Omodeo, Pierazzuoli..., di Felice Porcella, Sindaco di Terralba dal 1895, per l'inizio del risanamento integrale del territorio che, nel 1924-25, vide già in funzione i centri agricoli di Tanca del Marchese, di Linnas, di Torrevecchia, di Pompongias, di Alabirdis con il Caseificio. Accanto a quest'ultimo, al centro della zona bonificanda, nacque il Villaggio Alabirdis, battezzato nel 1928 Villaggio Mussolini, eretto a Comune autonomo Mussolinia di Sardegna due anni dopo, Arborea dal 17 febbraio 1944.
Il 1927-28 segnò anche l'arrivo dei primi Veneti dal Polesine, e via via tutti gli altri, ad occupare i poderi approntati dagli operai sardi. Questa nuova gens, votata alla collettivizzazione e, sempre affiancata da operai-braccianti-agricoltori isolani, proseguì l'opera di redenzione dall'alto della propria più esaltante esperienza rurale (irrigazione delle terre in particolare), che Giulio Dolcetta aveva giudicato "preminente" anche a causa dell' "individualismo sempre vincente" (P. Fadda) del sardo in generale.
I periodi 1895-1918 e 1919-1928 riguardanti rispettivamente le progettazioni e la realizzazione della "Bonifica della Piana di Terralba, Stagno di Sassu e sue adiacenze" sono frazioni della Storia del "fenomeno Arborea" il cui campo d'indagine è stato semi-ignorato e sono, di conseguenza, sottovalutati gli anni intensi del politico Felice Porcella (Avvocato-Sindaco e Assessore del Comune di Terralba dal 1895 al 1913, Deputato social-riformista del collegio oristanese dal 1913 al 1919) e del lavoro-pionieristico di migliaia di sardi di tutta la Sardegna i quali, volendosi lasciare alle spalle gli orrori della Grande Guerra e migliorare le condizioni di vita, si presentarono alla Tanca del Marchese per essere occupati nella Bonifica.
Quegli anni e dintorni andrebbero finalmente indagati scientificamente per riprenderci il Passato, per riavere le cose che avevamo ma che non sappiamo più di avere, per riabilitare gli eroi di quel tempo, per ricordare gli eventi permeanti l'identità storica della Bonifica che, anche a giudizio del saggista Paolo Fadda >, per far emergere l'Uomo, quindi. Che rese possibili l'agricoltura e la nascita persino di un nuovo nucleo urbano, contornato di borgate rurali dalle strutture sociali "diverse": Tanca del Marchese, Linnas, Torrevecchia, Luri, Pompongias, Alabirdis, S'Ungroni, Centro-Uno, Centro-Due, Centro-tre. Sono minuscoli punti sulle cartine stradali o topografiche, una curiosità per i turisti, luoghi di vita quasi perduti che stanno lentamente scivolando nell'oblio con tutta la loro storia. In proposito, il materiale iconografico di "ARBOREA...e l'Arboreino" (PTM-Editrice 2002 e n. e. 2004) fa il miracolo di rendere quei luoghi, oggi degrati, affascinanti: una realtà al di là dei limiti dell'esperienza, ancorché immagini ferme di un incanto che non c'è più. E senza esso è dura.
Quell'edificio-idrovoro del Sassu, dal purissimo stile modernista (Flavio Scano), conficcato nella melma fino allo strato roccioso di arenaria, e che si erge nel cielo all'ingresso-nord della Bonifica, è un'apparizione sulla campagna vuota, affascinante. Segnala che si sta entrando in una realtà magica, metafisica, avulsa dal reale paesaggio della Grande Isola sul grande-mare-di-mezzo degli "Antichi per gli antichi". E' viva, l'Idrovora. Ancora. C'è allora speranza, forse. Ma, intanto, che succede a molte costruzioni ed a moltissimi manufatti immersi nella splendida vegetazione - frutto dell'opera inestimabile di migliaia di uomini che tutto fecero, con le sole braccia? Abbandono, dalle sponde del Mogoro-deviato alla gronda-nord del diversivo Sant'Anna.
Sono ripetuti, continui i flashback che interrompono il racconto e la visita di quei luoghi un tempo senza l'uomo ed in cui l'uomo costruì il suo abitare. Non dobbiamo farli andare in rovina, anche per non offendere gli uomini che diedero i corpi, il loro sudore, il sangue persino, nel sacrificio sublime, riuscito, di redimere una terra morta da secoli.
L'Idrovora-cuore, piantata nel ventre della terra redenta, col suo battito sempre vitale, fa ancora sperare: il sacrificio dei padri-bonificatori può non essere stato vano. Ben venga allora un memoriale di tal sacrificio a stimolare il rinnovamento, la rigenerazione, una vera palingenesi che ispiri a perpetuare amorevolmente un antico-incanto-novello.
Case Coloniche e del Fattore

I Ristoranti consigliati, le trattorie caratteristiche, le dolcerie, bar a pub consigliati.

per quanto riguarda i ristoranti a base di pesce consiglio a Marceddì da Lucio, mentre a Terralba consiglio La Terrazza in Via Marceddì. Per quanto attiene i Bar il più importante ed elegante è il Caprice Cafe, invece per i giovani e solo nel serale suggerirei Il Cafe Solare

Gli eventi più importanti che hanno segnato la storia di Terralba.

LE ORIGINI, LA MEMORIA: prima c'erano migliaia di Pionieri-Sardi-Bonificatori
Ci fu un tempo in cui a TANCA DEL MARCHESE sulla grande Piazza Sant'Antonio, tra Terralba - Marrubiu e lo Stagno di Sassu - nella regione di Pompongias, davanti all'unico manufatto esistente negli ottomila ettari circa da bonificare (acquisiti dalla Società Bonifiche Sarde alla fine del 1918), cominciarono a presentarsi operai da tutta l'Isola per essere impiegati nella Bonifica.
Ai primi del 1919, davanti alla ex cascina dei Marchesi di Villahermosa riadattata a uffici e sede della S. B. S. , erano già oltre cinquecento alle dirette dipendenze dell'Ing. Dionigi Scano, Direttore Generale della Bonifica, che iniziò - di fatto - i primi rilevamenti ed i primi lavori. Poi, dopo quasi dieci anni, venne il turno dei Veneti, degli Emiliano-Romagnoli, dei Siciliani, eccetera. "Era il periodo in cui per realizzare un'opera non occorrevano molti personaggi, né tagli-di-nastri o discorsi da prima pagina. Bastavano poche idee" - prosa Giovanni Piscedda nel suo Arborea (S'Alvure ed. 1985), in cui informa che, nella primavera-estate 1919, fu possibile installare le prime elettropompe a scopo irriguo alimentate da pozzi scavati nei punti più propizi, grazie alla realizzazione - ad opera della Società Elettrica Sarda - della 1^ linea elettrica ad alta tensione. La rete partiva dalla Cabina di smistamento costruita a Marrubiu e giungeva alla Tanca del Marchese da dove, poi, si dirameranno linee a bassa tensione utilizzate anche in uffici e abitazioni.
La scelta di Tanca del Marchese, centro agrario di 632 ettari propulsore della Bonifica, rappresentò il biglietto da visita della Società Bonifiche Sarde: le stradine di campagna furono sostituite da strade larghe a fondo artificiale a cominciare dal collegamento con Terralba e Marrubiu; furono costruite la prima stalla "bianca e capiente" e "a doppia posta" di animali da latte e da lavoro, la prima cantina in cui circa nove anni dopo verranno imbottigliati i primi Sangiovese e Trebbiano, magazzini per derrate, officine, abitazioni e uffici, serbatoio per acqua.
In quel luogo di storia e di memoria sfociarono anni di Leggi Speciali per la Sardegna e capitali privati, di preparazione e di progettazioni del Riformismo Socialista: Turati, Nitti, Omodeo, Pierazzuoli..., di Felice Porcella, Sindaco di Terralba dal 1895, per l'inizio del risanamento integrale del territorio che, nel 1924-25, vide già in funzione i centri agricoli di Tanca del Marchese, di Linnas, di Torrevecchia, di Pompongias, di Alabirdis con il Caseificio. Accanto a quest'ultimo, al centro della zona bonificanda, nacque il Villaggio Alabirdis, battezzato nel 1928 Villaggio Mussolini, eretto a Comune autonomo Mussolinia di Sardegna due anni dopo, Arborea dal 17 febbraio 1944.
Il 1927-28 segnò anche l'arrivo dei primi Veneti dal Polesine, e via via tutti gli altri, ad occupare i poderi approntati dagli operai sardi. Questa nuova gens, votata alla collettivizzazione e, sempre affiancata da operai-braccianti-agricoltori isolani, proseguì l'opera di redenzione dall'alto della propria più esaltante esperienza rurale (irrigazione delle terre in particolare), che Giulio Dolcetta aveva giudicato "preminente" anche a causa dell' "individualismo sempre vincente" (P. Fadda) del sardo in generale.
I periodi 1895-1918 e 1919-1928 riguardanti rispettivamente le progettazioni e la realizzazione della "Bonifica della Piana di Terralba, Stagno di Sassu e sue adiacenze" sono frazioni della Storia del "fenomeno Arborea" il cui campo d'indagine è stato semi-ignorato e sono, di conseguenza, sottovalutati gli anni intensi del politico Felice Porcella (Avvocato-Sindaco e Assessore del Comune di Terralba dal 1895 al 1913, Deputato social-riformista del collegio oristanese dal 1913 al 1919) e del lavoro-pionieristico di migliaia di sardi di tutta la Sardegna i quali, volendosi lasciare alle spalle gli orrori della Grande Guerra e migliorare le condizioni di vita, si presentarono alla Tanca del Marchese per essere occupati nella Bonifica.
Quegli anni e dintorni andrebbero finalmente indagati scientificamente per riprenderci il Passato, per riavere le cose che avevamo ma che non sappiamo più di avere, per riabilitare gli eroi di quel tempo, per ricordare gli eventi permeanti l'identità storica della Bonifica che, anche a giudizio del saggista Paolo Fadda >, per far emergere l'Uomo, quindi. Che rese possibili l'agricoltura e la nascita persino di un nuovo nucleo urbano, contornato di borgate rurali dalle strutture sociali "diverse": Tanca del Marchese, Linnas, Torrevecchia, Luri, Pompongias, Alabirdis, S'Ungroni, Centro-Uno, Centro-Due, Centro-tre. Sono minuscoli punti sulle cartine stradali o topografiche, una curiosità per i turisti, luoghi di vita quasi perduti che stanno lentamente scivolando nell'oblio con tutta la loro storia. In proposito, il materiale iconografico di "ARBOREA...e l'Arboreino" (PTM-Editrice 2002 e n. e. 2004) fa il miracolo di rendere quei luoghi, oggi degrati, affascinanti: una realtà al di là dei limiti dell'esperienza, ancorché immagini ferme di un incanto che non c'è più. E senza esso è dura.
Quell'edificio-idrovoro del Sassu, dal purissimo stile modernista (Flavio Scano), conficcato nella melma fino allo strato roccioso di arenaria, e che si erge nel cielo all'ingresso-nord della Bonifica, è un'apparizione sulla campagna vuota, affascinante. Segnala che si sta entrando in una realtà magica, metafisica, avulsa dal reale paesaggio della Grande Isola sul grande-mare-di-mezzo degli "Antichi per gli antichi". E' viva, l'Idrovora. Ancora. C'è allora speranza, forse. Ma, intanto, che succede a molte costruzioni ed a moltissimi manufatti immersi nella splendida vegetazione - frutto dell'opera inestimabile di migliaia di uomini che tutto fecero, con le sole braccia? Abbandono, dalle sponde del Mogoro-deviato alla gronda-nord del diversivo Sant'Anna.
Sono ripetuti, continui i flashback che interrompono il racconto e la visita di quei luoghi un tempo senza l'uomo ed in cui l'uomo costruì il suo abitare. Non dobbiamo farli andare in rovina, anche per non offendere gli uomini che diedero i corpi, il loro sudore, il sangue persino, nel sacrificio sublime, riuscito, di redimere una terra morta da secoli.
L'Idrovora-cuore, piantata nel ventre della terra redenta, col suo battito sempre vitale, fa ancora sperare: il sacrificio dei padri-bonificatori può non essere stato vano. Ben venga allora un memoriale di tal sacrificio a stimolare il rinnovamento, la rigenerazione, una vera palingenesi che ispiri a perpetuare amorevolmente un antico-incanto-novello.
Case Coloniche e del Fattore

Il Piatto tipico. Le ricette delle Feste a Terralba.

Le arselle con la Bottarga, nelle festività natalizie si predilige l'agnello, mentre a carnevale le zippole

Le Feste e le Ricorrenze particolari a Terralba.

Il patrono San Pietro, Lamadonna di Bonaria con la processione a mare, nella borgata di Marceddì

I periodi dell'anno migliori per visitare Terralba.

tutti i 12 mesi sono fantastici

Calendario degli Eventi, Festival, Concerti e Manifestazioni a Terralba.

www. torineddu. it

Altre informazioni di solito tralasciate dalle Guide.

La nostra struttura in collaborazione con MARE SPORT organizza escursioni e gite in Barca nell'incantata costa Verde, dove è possibile dedicarsi alla pesca a bolentino, visitare grotte e spiagge incontaminate.