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Vado a San Luca a piedi!
Soggiornando a Bologna, vi potrebbe capitare di ascoltare una conversazione simile a questa:
- Allora come va?
- Guarda, se riesco a risolvere, vado a San Luca a piedi.
Oppure
- E l’esame l’hai già passato?
- Non so nulla, se mi danno 18, vado a San Luca a piedi.
O ancora
- Chi? Lui là? Ma non è capace, vuoi scommettere? Chi perde va a San Luca a piedi.
Si, perché per i Bolognesi, il Santuario della Beata Vergine di San Luca è molto più di una Basilica.
Almeno una volta nella vita, tutti i Bolognesi, a prescindere dalla fede, si sono misurati con la salita del santuario per chiedere una grazia o per ringraziare di averla ricevuta oppure per uno scampato pericolo, ma anche per sfida, per scommessa, per verificare le proprie capacità fisiche, o semplicemente, come alternativa ad una seduta in palestra.
Il Santuario, ben visibile da molti punti della città, è stato costruito nel 1481 sul colle della Guardia (mt. 270 s.l.m.).
La sua peculiarità è quella di aver un portico ininterrotto di 666 archi, che parte da Porta Saragozza e risale alla collina, proteggendo da sole e pioggia chi decide di avventurarsi nell’impresa.
La tradizione vuole che nel passato i Bolognesi avessero portato la Madonna in processione per implorare la fine di rovinose piogge che flagellavano la città. Successivamente, come atto di devozione per la grazia ricevuta, costruirono un porticato di 3,7 km (pare essere il più lungo del mondo) per proteggere l’immagine dalle intemperie durante i viaggi a venire.
Tutti gli anni, nel mese di maggio, la Madonna scende in città e, malgrado il mio scetticismo, devo ammettere che la domenica in cui risale all’eremo, a Bologna almeno due gocce cadono.
Per salire i 2 km che dividono il Meloncello dal santuario, è utile indossare scarpe comode mentre, come spiegato prima, non serve l’ombrello.
Salendo per il porticato noterete un insolito silenzio, dovuto in parte a coloro che si racchiudono nelle loro preghiere o nei loro pensieri e in parte a chi ha deciso di risparmiare il fiato per la fatica ancora da compiere.
Il risultato comunque è positivo, il tono di chi scambia due parole con il compagno di viaggio è sommesso, il passo accelerato tenuto in città diventa forzatamente più lento e si notano dettagli che prima non si erano visti.
Una volta arrivati in cima, oltre ad una bella vista della città, si può godere di una sorta di appagamento personale, dovuto al successo dell’impresa compiuta.
Ad ogni modo anche se le performance di questo tipo non fanno per voi, non preoccupatevi, a San Luca ci si arriva anche in auto e osservando chi arriva a piedi, potrete comunque apprezzare la città da un altro punto di vista.