Dove vuoi andare?
Ospiti e camere
...
IT | Cambia lingua Preferiti Vicino a me Inserisci la tua struttura
Regioni Località turistiche Punti d'interesse Offerte Last Minute
B&B Day
primo weekend di marzo
Settimana del Baratto
terza settimana di novembre
BarattoBB
baratto tutto l'anno in B&B
BB25
25 Euro tutto l'anno
B&B Card
richiedila gratis
Come aprire un B&B Mondo B&B Blog Magazine Turismo Speciali Eventi Fiere Punti d'interesse Suggerisci un punto d'interesse Tesi universitarie sul B&B
(Guadagna 100 Euro)
Scopri i B&B migliori B&B Europa
FAQ e contatti Note legali, Cookie Policy, Privacy Area Riservata Gestori
Italiano English Français Deutsch Español

Racconti di Viaggio: Sicilia in Kayak

Silvio e Danilo sono al secondo anno di una avventura piena di emozioni, quella di completare il periplo della Sicilia remando su due canoe da trekking. Sportivi e amanti della natura, inizialmente non avevano ben chiara la differenza tra canoa a kayak. Ci hanno scritto per raccontarci come è iniziato questo viaggio alla scoperta della costa siciliana. Danilo ha 25 anni studia ingegneria informatica a Pavia ed è in dirittura d’arrivo per la laurea. Ha trascorso anche un semestre in Spagna, a Siviglia, per il progetto Erasmus. Danilo, nel 2002, aveva fatto qualche escursione in kayak con un amico, quella breve esperienza con un mezzo a due posti pesantissimo aveva fatto crescere in lui la voglia di sperimentare il mare, per cui nutre una vera passione, in maniera alternativa al solito bagno in spiaggia, con una piccola imbarcazione silenziosa e rispettosa della natura. Da qual momento Danilo comincia a informarsi su internet sia sulle caratteristiche dei kayak sia su chi, eventualmente, possa essere interessato a pagaiare in sua compagnia. E’ così che scrive un annuncio sul sito www.sottocosta.it, un sito di kayaker siciliani, nel frattempo acquista un kayak; la sua scelta cade su un modello “sit on top” letteralmente "seduto sopra" ovvero un kayak "aperto" autosvuotante e resistente (è fatto di polietilene: una termoplastica) ed è molto più diffuso in America che in Italia. Il kayak ha dei gavoni stagni (in corrispondenza dei coperchi neri che si vedono) dove poter riporre tenda, sacco a pelo, cibo, e tutto il necessario per stare fuori qualche giorno facendo trekking nautico. Un giorno Danilo riceve una mail di Silvio odontoiatra di Menfi, 33 anni. La mail diceva pressappoco così: "Ciao Danilo, non so come ma il tuo messaggio è arrivato a me che da anni cerco compagnia, sono di Menfi, io ho gia fatto da Palermo fino a Marina di Palma in solitaria (in tre diversi anni cmq). Credo che la cosa più intelligente sia vederci, chiaccherare un po' e vedere se possiamo organizzarci insieme. il mio tel 12345678 Ciao Silvio". Silvio Costa (un cognome appropriato alla sua passione!) oltre ad avere la passione del kayak ogni giorno lavora in paesi diversi delle Sicilia e presso il Policlinico di Palermo, a casa sua si prende cura di un mini orto botanico con "migliaia di piante e centinaia di specie". Quest’estate è stato anche il Albania al seguito di una carovana comunitaria di volontariato. Silvio, entusiasta di avere trovato un compagno di trekking nautico va a comprarsi un nuovo kayak molto veloce, in vetroresina, chiuso ("sit inside", seduto dentro). Danilo scherza sul modello di kayak di Silvio che ha "tutto un altro concetto" in sostanza "io ho una poltrona e lui è come se fosse seduto su un marciapiede!". Danilo e Silvio si prendono spesso in giro ma nei due anni trascorsi pianificando e realizzando i due magnifici viaggi in kayak hanno consolidato una bella amicizia basata sul divertimento, la stima, la condivisione di una stessa passione, il superamento di difficoltà che in mare sono all’ordine del giorno. Agosto 2007. Silvio e Danilo partono per la prima avventura in mare a bordo dei loro "bolidi".

A parlarcene è Danilo: "Siamo partiti l'anno scorso da Seccagrande (frazione di Ribera) pagaiando fino a Scoglitti (RG). Emozioni bellissime. Rimanevo affascinato da posti che non avrei mai sognato di vedere. La fatica è notevole, ma viene superata di gran lunga dalla determinazione (componente più importante ancor prima del fisico) nell'andare avanti e gustarsi lo spettacolo. Un ostacolo fastidioso andando in kayak sono i porti. Infatti si allunga perchè bisogna "scavalcare" i bracci del porto fatti in genere da frangiflutti (quindi non c'è granchè da vedere) e soprattutto perchè dai porti escono le navi! A Porto Empedocle ci ha fermato la guardia costiera perchè stava arrivando il traghetto da Lampedusa!! Poi ci ha fermato la polizia nei pressi del petrolchimico di Gela (ZONA INTERDETTA ALLA NAVIGAZIONE) e ci hanno chiesto stupiti cosa ci facevamo là. In realtà è talmente poco diffusa questo modo di navigare che neanche la guardia costiera sa come "trattarci"; anche la legge è poco chiara a tal proposito. Io che pensavo di andare in kayak solo con il mare calmo mi sono dovuto ricredere e farmene una ragione che il vento si alza "spesso"! Quando è a favore il vento e le onde ti aiutano. Sembra come surfare ed è pure divertente anche se più impegnativo. Il fatto è che finchè stiamo lontani dalla costa non ci sono problemi perchè l'onda non si rompe, il problema è scendere dal kayak! Infatti quando ci si avvicina alla costa l'onda si rompe e ti fa aumentare sempre più la velocità dritto verso la spiaggia. Per me non è un problema mi posso anche lanciare visto che è aperta ... per Silvio il discorso è diverso e può diventare pericoloso! A Manfria però ci siamo dovuti fermare perchè il maestrale era troppo forte ... abbiamo perso l'intero pomeriggio ma non ci siamo demoralizzati ed abbiamo raggiunto la nostra meta, Scoglitti, l'indomani." E la fatica? Silvio spiega che "il corpo si abitua in fretta al movimento e si fatica poco più di una camminata a piedi con una velocità di 7-8 chilometri l’ora. Dopo una giornata in mare mi sento una potenza inaudita, un groviglio di muscoli. E’ come recuperare i tempi naturali dell'uomo e provare una sensazione di benessere insolita, dimenticata. E poi cambia la prospettiva. Puoi scorgere sulla costa tutti i movimenti tettonici della terra, distingui le fratture, i solchi, le curve, i segni degli spostamenti delle zolle ... di continuo cambiano i colori: l’argilla, la marna, il tufo, uno spettacolo!". Agosto 2008: si parte per il secondo viaggio ... ovviamente da Scoglitti dove l'anno prima i due amici avevano terminato la loro prima esperienza insieme.

"E' stato molto più impegnativo. Primo perchè dovevano essere 7 giorni e non 4 come l'anno passato, poi perchè non conoscevamo i venti che soffiano nella costa est (dove spira spesso il grecale che ci ha accompagnato per tutto il viaggio venendoci CONTRO e di traverso). Mentre la costa sud della Sicilia e quasi tutta spiaggia la costa est è caratterizzata da molta costa a scogliera (dove quindi non hai un approdo per poggiare i piedi a terra). Quella zona non la conoscevo per niente e ammiravo incuriosito come un turista in vacanza. Il giorno più duro è stato il quinto. Praticamente tutte le 9 ore di navigazione con costa tutta a scogliera, ci siamo fermati solo in una caletta sporca all'inverosimile, l'unica zona d'approdo! Il bello è che abbiamo attraversato il pezzo più brutto del viaggio, la zona del petrolchimico di Priolo e Augusta, peraltro una zona fantastica se non ci fosse stato quell'obbrobio. Siamo dovuti passare accanto a petroliere immense posteggiate pronte a partire". Silvio e Danilo hanno remato fino alle otto di sera con il mare mosso e il vento contro. Dopo il tramonto, dietro una punta il mare era calmo e al riparo dal vento e si fermano. Era il porticciolo di Brucoli. "Una sensazione stupenda, felici di essere arrivati". Il sesto giorno li ha raggiunti la Guardia Costiera per avvisarli che si erano allontanati un po' troppo dalla costa. In effetti tenendo come punto di riferimento l’Etna non si rendevano conto dell’effetto ottico poiché, essendo il vulcano enorme, pensavano di essere vicini alla terraferma e invece se ne erano molto allontanati. "Altra chicca: abbiamo dormito nella riserva di Vendicari dove naturalmente non si poteva campeggiare ... Tra la scogliera si materializza una caletta, "calamosche": è sembrato un miraggio. Natura pura. Sembravamo in un isola deserta ..." "Una cosa che trovo divertente è l'ascoltare man mano che avanziamo il dialetto siciliano modificarsi a poco a poco dall'agrigentino al catanese! Poi mi piace molto domandare alla gente come si chiama un determinato posto. Un signore una volta ci ha risposta: Lido balneare. Che fantasiaaaa! Il nostro orologio è il sole: sveglia all'alba e STOP al tramonto (con 3 soste circa per mangiare e fare una pausa). In tutto abbiamo percorso circa 450 Km di costa siciliana e naturalmente il prossimo anno continuiamo ripartendo da Giardini Naxos. L'idea di curcunnavigare la Sicilia è venuta da sè: non avevamo idea che avremmo potuto fare tutta questa strada ... "Devo ringraziare Silvio, perchè mi ha insegnato molte cose sul mare che da neofita non sapevo. Eppoi è davvero una persona in gamba. Insomma il compagno di viaggio ideale!" Noi li aspettiamo per il resoconto della prossima estate!

Letture: 8246

Dove dormire a in Sicilia