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Un Piano Marshall per la Cultura. Le Primarie del FAI

Son di moda le Primarie. Queste di cui vi parleremo non sono politiche ma potrebbero influenzare decisamente le future scelte politiche sul versante della cultura, dell'arte, del paesaggio, dell'ambiente.

Ci sono ventuno giorni per votare ON LINE le priorità nell'ambito della cultura, del paesaggio e dell'ambiente da indicare ai candidati al prossimo Governo. Indette dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) le PRIMARIE DELLA CULTURA sono aperte a tutti gli italiani. L'iniziativa è stata presa dai giovani del FAI e c'è tempo fino al 28 gennaio per votare tre tra i 15 temi prioritari individuati dal FAI. Per farlo basta registrarsi sul sito www.primariedellacultura.it  o su Facebook ed esprimere le proprie preferenze.

Tra i punti in elenco c'è quello riguardante, ad esempio, l'aumento delle ore di Storia dell'Arte alle Scuole Superiori. Per il noto critico d'arte Philippe Daverio non è importante solo insegnare la Storia dell'Arte ma soprattutto “la cultura civica” per far nascere e crescere dei cittadini attenti e consapevoli. Quello che i sostenitori dell'iniziativa guidati da Ilaria Borletti Buitoni, Presidente del FAI, desiderano ottenere è una sorta di Piano Marshall della Cultura che preveda un recupero del passato e una ricostruzione del paesaggio. «L’Italia è la sua cultura- sottolinea Ilaria Borletti Buitoni - e nonostante questo, la cultura da troppi anni è un’emergenza dimenticata: nei programmi elettorali dei partiti si parla di promuovere il turismo e il patrimonio storico e artistico, ma nessuno spiega come invertire una rotta che ha portato al disastro dei nostri beni culturali. Un Paese senza cultura è un Paese senza futuro».Testimonial della consultazione sono Dante, Giotto, Leonardo, Giuseppe Verdi e Federico Fellini, ovvero «cinque personaggi simbolo della storia del bello del nostro Paese».

I 15 temi da votare alle Primarie della cultura:

1. Non 1 di meno: quota minima 1% dei soldi pubblici per la cultura. Perché con la cultura si mangia: aumento degli stanziamenti pubblici al mantenimento del patrimonio storico e artistico e alle attività culturali in linea con quanto avviene nei maggiori Paesi europei per favorire il conseguente turismo culturale che ne deriva.

2. Chi tocca il suolo muore: stop al consumo del paesaggio. Per fermare il consumo di suolo: revisione delle norme che tutelano il paesaggio, imposizione di limiti al consumo di suolo anche per le aree non agricole e aggravamento delle sanzioni contro l’abusivismo.

3. Io non dissesto: piani certi per la sicurezza del territorio. Per contrastare i disastri ambientali: una strategia nazionale contro il dissesto idrogeologico per mettere in sicurezza i territori. La tutela dei territori ha bisogno di misure che favoriscano la valorizzazione dei paesaggi agricoli e della loro vocazione produttiva efficace anche contro rischi idrogeologici.

4. Io centro: difendere i centri storici. Per fermare l’abbandono dei centri storici: incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche per l’apertura di attività artigianali, ricettive e commerciali consone alla vocazione architettonica dei luoghi e maggiori sgravi fiscali per chi abita e restaura la propria casa all’interno di un centro storico.

5. Basta «leggi mancia»: piani triennali per le risorse della cultura. Per la musica, il teatro, il cinema, la danza: programmazione triennale e certezza delle risorse pubbliche a favore delle attività culturali stabilite con criteri di valutazione condivisi anche con gli enti locali.

6. Agri-cultura: più lavoro e benessere a km zero. Agricoltura: se smettessimo di importare prodotti alimentari dall’estero l’Italia avrebbe una capacità di sopravvivenza di soli tre mesi. Incentivi all’agricoltura come fonte di cibo, lavoro, cura del paesaggio e territorio con criteri innovativi sviluppando l’agricoltura a chilometro zero. Il più vecchio lavoro del mondo dal quale dipende molto la futura vocazione del nostro Paese.

7. Legge per il terzo settore che opera nei beni culturali. Perché insieme si è più forti: riconoscimento del terzo settore e dei privati come fondamentali interlocutori per la valorizzazione, la gestione e la promozione del patrimonio storico, artistico e naturalistico.

8. No profit, no tasse: incentivi per chi opera nei beni culturali. Per essere più europei: riduzione delle imposte indirette agli enti non profit che operano nella conservazione e nella gestione dei beni culturali e incentivi fiscali per le donazioni private.

9. Ricomincio da tre (ore): più storia dell’arte a scuola. Perché un’ora alla settimana non può bastare a fermare l’ignoranza: triplicare le ore di insegnamento di Storia dell'Arte in tutte le scuole superiori.

10. Mi ricordo, sì, io mi ricordo: salviamo le biblioteche. Perché la memoria di ciò che eravamo non si perda: la riorganizzazione delle biblioteche e archivi e la loro digitalizzazione per garantire la loro sopravvivenza e consultazione in futuro anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

11. Progetto Mibac 2.0. Per uno Stato più efficiente e moderno: adeguare le politiche culturali e di tutela e le professionalità necessarie a metterle in atto per consentire al Ministero per i Beni e le Attività culturali un ruolo più incisivo e attuale.

12. Più start up per tutti: vere agevolazioni per i giovani. Perché la cultura è un'opportunità: dal recupero dell’evasione fiscale, un fondo per favorire lo start up delle iniziative affidate a cooperative di giovani che vogliano misurarsi con la gestione e tutela di beni e attività culturali offrendo loro deduzioni fiscali così come dovrebbero essere offerte a tutti i privati che volessero appoggiare la cultura in tutte le sue manifestazioni.

13. Meno Italialand, più Italia: politiche integrate per il turismo. Perché andiamo indietro come presenza nel turismo quando abbiamo il Paese più bello del mondo? Ha fatto bene l’Italia ad abolire il Ministero per il Turismo attribuendo competenze in materia alle Regioni?

14. Restauro, resta con noi: tutelare l’artigianato di qualità. Noi siamo ancora i migliori: nel restauro, nell’artigianato di qualità, nella conservazione dei beni d’arte. Potenziare gli investimenti nella formazione e nella promozione di competenze che sono l’orgoglio del nostro Paese.

15. Diritto allo studio, dovere di finanziarlo. Formazione: sostegno alla creatività come nuova frontiera? Quale formazione sarà necessaria in futuro, come sostenere i migliori di ogni disciplina evitando la loro fuga all’estero?

VOTA PER LE PRIMARIE DELLA CULTURA

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