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TICKET per la cultura. Presto in tutta Italia!

Accettate i ticket? La domanda che spesso sentiamo alla cassa dei bar durante la pausa pranzo o al supermercato potremmo sentirla pronunciare anche al museo. Sì al museo! E anche al cinema, al teatro, all'orto botanico, al parco divertimenti, in una villa storica.
Nel portafogli di coloro che in genere possiedono i ticket spesa o pasto potrebbero arrivare i TICKET CULTURA. Una iniziativa straordinaria rivolta a chi in genere non può permettersi o è poco invogliato a frequentare mostre e spettacoli teatrali che verrà così incentivato a cibarsi di cultura. L'iniziativa non è nuova in altri Paesi: Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Brasile, Ungheria, Romania hanno già da tempo avviato la diffusione di ticket per la cultura.

L'idea è partita da una multinazionale che fornisce alle aziende i buoni pasto e presto arriverà anche in Italia con buoni prepagati che le aziende, pubbliche e private, offriranno ai loro dipendenti da spendere per proposte culturali. Il blocchetto di buoni – il taglio può variare da cinque, a dieci a quindici euro – potrà essere speso per spettacoli, concerti, mostre ed anche corsi di vario tipo (lingua, informatica, cucina). I buoni saranno prepagati dal datore di lavoro e saranno successivamente rimborsati dagli enti culturali coinvolti. “Siamo partiti a maggio in Lombardia ma da gennaio estenderemo progressivamente l'offerta a tutto il territorio nazionale” spiega Monica Boni, direttore dei Servizi alla Persona di Edenred, la multinazionale dei buoni pasto. Gli enti coinvolti sono circa ottanta per il momento e in prevalenza nel Nord Italia ma la rete si sta allargando in modo da poter fornire un servizio in tutta Italia. In termini economici il ticket è una integrazione al pacchetto di benefit offerto dalle aziende ai propri dipendenti. Naturalmente chi offrirà i ticket culturali andrà a godere di una defiscalizzazione così come avviene con gli altri ticket.

"La necessità di nutrirsi non è sempre solo legata al cibo", spiega monsignor Franco Buzzi, prefetto dell’Ambrosiana: a Milano i ticket aprono le porte di Pinacoteca (con il cartone della Scuola di Atene di Leonardo e il Cesto di frutta di Caravaggio) e Biblioteca (dove è custodito il leonardesco Codice Atlantico). "Oggi c’è sempre più l’urgenza di riempirsi gli occhi di bellezza e i grandi capolavori dell’arte in un periodo in cui la lettura incontra scarso successo, possono facilitare l’individuazione e la diffusione di valori e contenuti alti". Da fruire, sorride monsignor Buzzi, «magari in pausa pranzo: un ticket per il panino e uno per la cultura".

Musei, ma anche teatri di prosa: dai milanesi Franco Parenti, Manzoni, Litta, San Babila, Sala Fontana, Out Off, Martinitt, Verdi - passando anche per quelli che realizzano spettacoli per i più piccoli come l’Atelier Carlo Colla e figli e il Buratto al Pime - al Grande e al Santa Chiara di Brescia.

Il FAI (Fondo Ambiente Italiano), ad esempio, ha aderito con entusiasmo a questa iniziativa per alcuni siti che vengono da esso tutelati come l'Abbazia di San Fruttuoso a Camogli, il Bosco di San Francesco ad Assisi, Villa Necchi Campiglio a Milano, Villa Panza a Varese, il Giardino della Kolymbetra ad Agrigento.

Da ora in poi fate attenzione ai musei o agli enti culturali che espongono il cartello “Qui si accettano i ticket”.
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