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Condividere l'affitto. Una tendenza in crescita nella generazione over 30

Prima la chiamavano “generazione mille euro”, adesso, e per esigenze logistiche, è diventata “generazione rent”. Perchè è vero che, chi vive con mille euro e, per motivi di lavoro, è costretto a lavorare fuori dalla propria città o, semplicemente, dato che l'età avanza, ha l'esigenza di non vivere più con mamma e papà, sceglie sempre più spesso di condividere un appartamento o una casa in affitto.

La generazione over trenta, in affitto condiviso con amici e sconosciuti, è la comune dei nostri tempi nei quali si moltiplicano storie di vite in affitto perchè la casa di proprietà, tra lavori precari e mutui alle stelle, è diventata solo un sogno.
E' il modello americano della celebre serie “Friends” che sta spopolando e non per “esigenze di copione” ma perchè un appartamento in affitto, soprattutto nelle città più grandi, è diventato inaccessibile per una sola persona e, a volte, anche per una coppia. Così si decide di fare necessità virtù attraverso la coabitazione.

Secondo i dati, negli ultimi anni, In Italia, gli over 35 che condividono un appartamento sono raddoppiati. Per gli esperti la scelta di condividere un appartamento non è dettata soltanto da motivi economici ma dietro ci sarebbero anche motivi psicologici che spingerebbero la generazione cresciuta negli anni '80 a ricercare nel gruppo lo stesso senso di protezione della famiglia e un modo per condividere e affrontare meglio problemi e responsabilità.

Il fenomeno non è in espansione solo in Italia come dimostrano i siti internet dedicati agli annunci di coabitazione come okroommate.com, che offre stanze in 5000 città di 50 Paesi, o l'inglese Easyroommate.com che assicura che sono circa due milioni e settecentomila in Gran Bretagna gli emuli di Friends che hanno scelto di dividere spazi, compiti, turni di pulizia e spese. Colocation.fr, sito francese pioniere negli annunci di condivisione, organizza delle feste settimanali per fare incontrare i futuri coinquilini e si attesta su numeri importanti: 130.000 domande al giorno. All'interno dei siti gli annunci sono suddivisi anche in base alle richieste. I proponenti la condivisione possono scegliere l'età del futuro compagno di casa, il sesso e indicare la preferenza per un fumatore o un non fumatore.
L'Italia segue la Gran Bretagna e la Francia a ruota e le coabitazioni tra sconosciuti non sono più un'eccezione limitata al periodo universitario. Basta scorrere le pagine telematiche di Easystanza.it e Coinquilini.it (con 120 mila iscritti) per rendersi conto di quanto la tendenza sia in aumento.
Se nel 2007 il 38% di chi voleva un alloggio in comune era composto da professionisti, ora i lavoratori sono il 52% del mercato. Dai dati risulta anche una crescita dell'età di chi decide, indipendentemente da motivi di studio, di condividere una casa. Nel 2007 gli over 35 rappresentavano l'8% dei coinquilini mentre oggi sono il 15,3%.

La condivisione di un appartamento permette anche di concedersi qualche lusso: locali grandi, più bagni, saloni spaziosi, cucine abitabili, posizione centrale... comfort che spesso, chi vive da solo non può permettersi.

Ogni condivisione racconta una storia diversa. Rimane comunque una esperienza fondamentale nella vita di chiunque sia se fatta da giovanissimi sia se scelta anche in una fase più matura della vita. Ogni condivisione, nella maggior parte dei casi, porta con sé esperienze e rapporti di amicizia e stima come confermano i racconti di chi ha fatto in passato o continua a fare questa scelta che conferma essere positiva oltre che “necessaria” in tempi di crisi e caro-affitti.



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