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L'Orto Botanico di Padova. Dal 1997 Patrimonio dell'UNESCO

E' il più antico orto botanico universitario al mondo. Si trova a Padova, città ricca di testimonianze artistiche e storiche che ne fanno una delle più affascinanti città d'Italia e del mondo intero. L'Orto Botanico Universitario di Padova nel 1997 è stato inserito come bene culturale nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. La Lista comprende tutti quei beni culturali o naturali ai quali, a per la loro ragguardevole qualità e unicità, viene riconosciuto un valore universale eccezionale e che rappresentano dei beni inestimabili e insostituibili non solo di ogni nazione ma dell'umanità intera. E' necessario dunque che vengano protetti e conservati al fine di assicurarne la fruizione alle generazioni future. La motivazione per l'inserimento dell'Orto Botanico di Padova nel novero dei Beni Patrimonio dell'Umanità è la seguente: “Il Giardino Botanico di Padova è all'origine di tutti i giardini botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la Natura e la Cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne segnatamente di botanica, medicina, chimica, ecologia e farmacia”.

L'Orto Botanico di Padova venne fondato nel 1545 su un terreno dei Monaci Benedettini di Santa Giustina per decisione del Senato della Repubblica Veneta con lo scopo di coltivare piante medicinali a quel tempo largamente utilizzate per la cura dei principali disturbi di salute. I medicamenti che provenivano dalla natura si chiamavano, a quell'epoca, Semplici. I primi orti botanici presero il nome di Horti Simplicium, cioè Giardini dei Semplici. L'istituzione dell'Orto Botanico padovano si deve alla volontà di Francesco Bonafede che ricopriva, presso l'Università, la cattedra di Lettura dei Semplici, ovvero insegnava a distinguere le diverse specie di piante medicinali. Troppo spesso infatti scambiare una pianta medicinale per un'altra portava ad esiti anche mortali.

Il primo prefetto dell'Orto Botanico di Padova, incaricato di proteggere le specie vegetali dai furti notturni, si chiamava Luigi Squalermo detto Anguillara. Si deve a lui l'introduzione di oltre 1800 specie anche molto rare o provenienti da paesi lontani che gravitavano sotto l'egida della Repubblica di Venezia. La realizzazione della struttura dell'Orto Botanico fu condizionata dalla forma trapezoidale del terreno a disposizione. Fu creata una struttura circolare con un quadrato inscritto che rimanda all'idea dell'Hortus Conclusus: il luogo paradisiaco destinato ad accogliere coloro che ricercano il rapporto tra l'Uomo e l'Universo.

La struttura odierna dell'orto mantiene quella del progetto iniziale di Daniele Barbaro, modificata successivamente dal Michiel. All'inizio del Settecento vennero realizzati i quattro portali d'ingresso in forme monumentali con stipiti in trachite sormontati da vasi in pietra all'interno dei quali sono contenute piante in ferro battuto. L'Orto Botanico di Padova è stato, nel corso dei secoli, testimone dell'evoluzione della botanica, da scienza applicata alla medicina alle varie branche attuali delle scienza botaniche. Il grande edificio in prossimità dell'ingresso, che risale ai secoli XVII e XVIII, era un tempo destinato ad abitazione del direttore dell'Orto (tradizionalmente denominato Prefetto). Oggi la palazzina ospita al piano terra spazi destinati a esposizioni museali, al primo piano la Biblioteca storica, l'archivio dell'Orto botanico e l'Erbario, mentre al secondo piano si trovano la direzione dell'Orto e locali adibiti alla conservazione dei semi.
L'Orto svolge attualmente una intensa attività didattica e divulgativa e si interessa alla conservazione di specie rare e minacciate d'estinzione. Il primo itinerario studiato appositamente per i non vedenti è stato allestito, in Italia, nell'orto padovano. E' situato nell'arboreum e si compone di vasi all'interno dei quali spiccano piante aromatiche come il timo, il rosmarino, il basilico, la salvia e di specie spinose come l'agrifoglio o il pungitopo.
Tra le piante più importanti dell'Orto si possono ammirare una Palma di San Pietro che è la più antica in quanto vi fu messa a dimora nel 1585 e fu resa famosa addirittura da Goethe che le dedicò alcuni scritti (La Metamorfosi delle piante, 1790). Un Ginkgo Biloba del 1750 e una Magnolia piantata nel 1786 sono ritenute tra le più antiche d'Europa. Da citare anche la presenza di una Sequoia una specie arborea conosciuta solo come fossile fino al 1941. In seguito vennero scoperti degli esemplari viventi nella Cina Occidentale, i semi furono allora diffusi in tutto il mondo. Dal 1961 un individuo di questo straordinario albero vive all'interno dell'Orto Botanico padovano. Nel giardino padovano è conservato anche un frammento fossile di una grossa quercia, una farnia, rinvenuta nel corso di scavi presso Padova che risale a circa 2650 anni or sono. L'esemplare costituisce un'importante testimonianza della vegetazione della Pianura Padana prima della distruzione dei boschi ad opera dell'uomo.

Le Collezioni dell'Orto si suddividono in:
Piante insettivore
Piante medicinali Velenose
Piante dei Colli Euganei e rare
Piante Introdotte
Per quanto riguarda queste ultime l'Orto Botanico ha giocato un ruolo fondamentale nell'acclimatazione di specie esotiche. Alcune specie furono introdotte in primis nell'Orto di Padova e da qui si sono diffuse in tutto il territorio nazionale: il lillà, il gelsomino, la vite canadese, l'albero dei tulipani, il cedro dell'Himalaya, la fresia. Tra le piante alimentari ricordiamo il girasole, il sesamo, la patata.
Alcune piante si sono spontaneizzate in Italia come l'agave, la falsa acacia, l'albero del Paradiso che, oggi, caratterizzano il paesaggio di vaste aree del territorio nazionale.
Tra le sezioni più interessanti a livello didattico ci sono le ricostruzioni di alcuni ambienti naturali all'interno dei quali vengono coltivate le piante che li caratterizzano.


La MACCHIA MEDITERRANEA è la regione attualmente più diffusa lungo le coste del Mediterraneo dove il clima è caratterizzato da estati calde e aride e da precipitazioni concentrate nei mesi invernali.

La ROCCERA ALPINA è l'ambiente alpino che si sviluppa normalmente al di sopra del limite degli alberi: si presenta come una distesa di detriti rocciosi tenuti insieme proprio dalle radici particolarmente robuste delle piante che vi prosperano. Accanto alla roccera alpina è stata costruita un piccolo lembo di torbiera caratterizzato da suoli acidi imbevuti d'acqua, comune nelle regioni temperate e fredde.

L'ambiente di ACQUA DOLCE è tra i più apprezzati dal pubblico dell'Orto Botanico. Nella immensa vasca vengono coltivate piante Idrofite che costituiscono una della maggiori attrazioni.

L'ambiente delle PIANTE SUCCULENTE conserva piante adattate a vivere in ambienti aridi ed estremi. Esempi di morfologie caratteristiche sono il Fico d'India con foglie trasformate in spine e fusti appiattiti e il Cuscino della Suocera con il fusto sferico e spnoso. La collezione delle piante succulente occupa, durante i mesi invernali, la terza delle serre ottocentesche, mentre d'estate l'ambiente viene ricreato all'esterno.
La SERRA TROPICALE, nota come Serra delle Orchidee, ospita una collezione di piante propria delle foreste tropicali tra cui parecchie Epifite che nel loro ambiente naturale si sono adattate a vivere sui rami più alti degli alberi per ricevere più luce. Tra le Epifite si annoverano numerose e straordinarie specie di orchidee.





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