punti di interesse di Bibbiena
Santuario Santa Maria del Sasso
Il Santuario, l’unico esemplare rinascimentale nel Casentino, ha grande valore storico, artistico e religioso, tanto che nel 1899 è stato dichiarato Monumento nazionale. Il Santuario deve il proprio nome ad un grande masso sul quale durante l’ anno 1347, i contadini della zona notarono più volte una colomba bianca che si lasciava avvicinare solo dai bambini e da un eremita camaldolese, Martino da Poppi, che sostava nei dintorni. Il 23 giugno, verso sera, una bambina di 7 anni, Caterina, vide una "bellissima donna biancovestita", che la esortò all’ amore di Dio e alla purezza e le diede dei baccelli, che poi la sera a casa furono trovati pieni di sangue. Questo episodio fu un presagio della terribile peste del 1348, da cui Bibbiena e dintorni rimasero immuni. L’incendio del 1486 distrusse la chiesetta, successivamente ampliata, fatta costruire dall’ eremita Martino. Quello stesso anno, iniziarono i lavori per la costruzione dell’ attuale santuario, sostenuti, nel 1495 da Padre Giorolamo Savonarola, ritenuto il fondatore di S. Maria: la nuova chiesa fu consacrata nel 1507. Il santuario fu costruito su disegno di Giuliano da Maiano, nella lunetta sopra il portale si trova un affresco di Gherardino del Fora datato 1486. Il campanile rialzato nel 1851, custodisce un’ antica campana del 1362. Il loggiato, di antico stile fiorentino del 400, è decorato con affreschi settecenteschi. La chiesa superiore a croce latina con volte a botte e cupola racchide un tempietto, opera di Bartolomeo Bozzolini da Fiesole, in cui è conservato l’affresco della "Madonna del Sasso" di Bicci di Lorenzo (1430-1440). Ai piedi dell’ altare è stato collocato il masso dell’apparizione e a ridosso dello stesso si trova l’ "Annunciazione" del Brina (1567), dietro l’altare invece si trova l’organo di Fra Tommaso da Cortona (1525) con di fronte il ritratto del Savonarola. Nelle cappelle adiacenti è possibile vedere "la Natività di Maria" di Jacopo Ligozzi datata 1607 e "S. Giacinto" del Buti risalente al XVII secolo. La chiesa inferiore è il cuore del santuario. Qui la Vergine apparve alla piccola Caterina. Sull’altare è posta la "Madonna del Buio", un’imponente statua lignea dei primi del 500 (sembra essere di scuola di Donatello). La terza chiesa fu costruita a sostegno del coro (1513-1523) con al suo interno un crocefisso, una deposizione di Baccio Bacci e una Madonna con Santi del Lappoli (1492-1552). Infine il chiostro, unico esemplare di chiostro cinquecentesco nel Casentino, con al centro un pozzo del 1502-1504.