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Strutture sommerse del Portus Julius - Città Sommersa
Nel 37 a.C., durante la guerra civile tra Ottaviano e Sesto Pompeo, lo stratega Marco Vipsanio Agrippa realizzò una grandiosa struttura portuale, Portus Julius, adibita ad arsenale della flotta di Miseno, collegando con un canale navigabile il lago d'Averno, il lago Lucrino e il mare. Per effetto del bradisismo discendente, buona parte del Porto Giulio è oggi sommersa; infatti, tra Baia e Pozzuoli si snodano imponenti tracce delle strutture portuali e dia alcuni vici suburbani.
Portus Iulius o Portus Julius (Porto Giulio in onore di Gaio Giulio Cesare Ottaviano), è stato, dal I secolo a.C. (37 a.C.) al IV secolo, un suburbio portuale della città romana di Puteoli (l'attuale Pozzuoli). Realizzato sulla costa napoletana presso il lago di Lucrino, costituiva un imponente complesso portuale esteso fino al lago d'Averno. Successivamente sommerso, per effetto del bradisismo locale, è stato riscoperto nel 1956.
Il porto venne costruito nel 37 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa per volere di Ottaviano. La sua funzione, inizialmente, fu quella di base militare navale durante la guerra civile contro Sesto Pompeo che pose, in seguito, fine alla Repubblica Romana.
Il porto costiero offriva, secondo la descrizione di Cassio Dione Cocceiano e Velleio Patercolo, un naturale rifugio protetto per le navi da guerra e un ampio cantiere navale interno.
Ingenti opere ingegneristiche, infatti, lo collegavano al lago Lucrino che, molto più vasto di quello attuale, già fungeva da rada riparata, e al lago vulcanico d'Averno che forniva un approdo sicuro e, grazie ai boschi limitrofi, legname per il cantiere navale. Sotto la direzione dell'architetto Lucio Cocceio, il canale artificiale già esistente e lungo 300 metri che collegava il lago d'Averno al lago Lucrino, venne allargato a 50 metri. Fu, inoltre, creato per il lago Lucrino uno sbocco a mare, presso il porto, scavando il breve tratto sabbioso che separava il lago dal mare.
Portus Iulius possedeva un molo costiero di 372 metri su archi che poggiavano su quindici piloni quadrangolari ed era difeso da una lunga diga, che partiva dalla Punta dell’Epitaffio, presso Baia, per giungere fino a Punta Caruso, e sulla quale passava la Via Herculanea. Nella diga era stato creato l'ingresso al canale navigabile che conduceva al Lucrino.
Il complesso militare era completato, infine, dai camminamenti sotterranei (attualmente visitabili e ancora percorribili) fatti costruire da Agrippa per mettere in comunicazione sicura il lago d'Averno con il porto di Cumae, come descritto da Strabone nella sua Geografia.
La funzione militare del porto si esaurì - a causa della bassa profondità del lago Lucrino e il parziale insabbiamento del porto- una ventina d'anni dopo con il trasferimento della flotta a Miseno nel 12 a.C. Portus Iulius mantenne, comunque, per molto tempo (fino al IV secolo) la funzione di porto commerciale.
In età augustea l'insediamento portuale prosperò e si sviluppò notevolmente verso la cittadina di Baia con la costruzione di due sobborghi (vici) cittadini: il vicus Lartidianus e il vicus Annianus.
Sotto Nerone fu intrapresa la costruzione di un lunghissimo canale navigabile (fossa Neronis, parzialmente rilevato dalla fotografia aerea) che avrebbe dovuto congiungere Portus Iulius a Roma, per consentire un traffico sicuro, dalle tempeste, per le navi che rifornivano di grano la capitale. La costruzione del canale fu interrotta alla morte di Nerone e non venne mai completata.
Portus Iulius venne abbandonato nel IV secolo per il progressivo abbassamento della linea di costa per effetto del bradisismo. Alla fine del V secolo, secondo Cassiodoro, la diga costiera era già crollata e parte del materiale lapideo della diga era stato utilizzato per riparare le mura di Roma. Nei secoli successivi l'arretramento della costa marina produsse la scomparsa del lago Lucrino e il porto romano venne completamente sommerso.
Nel periodo rinascimentale, per effetto dell'eruzione che formò l'edificio vulcanico di Monte Nuovo, si ebbe un parziale sollevamento dell'area con la riseparazione dal mare del bacino lacustre del Lucrino, per quanto molto meno esteso rispetto al lago antico.
L'antico porto costiero venne riscoperto nel 1956 grazie alle foto aeree scattate dal pilota (e sub) militare Raimondo Bucher.
Dalle foto e dai parziali rilievi subacquei (è stata rilevata direttamente la parte orientale) effettuati, in tempi recenti, dalla Soprintendenza dei Beni Archelogici, è stato evidenziato un complesso sommerso, corrispondente all'antico porto, che si estende per circa dieci ettari. Attualmente, il porto (e il tratto della via herculanea nelle vicinanze) è completamente sommerso dal mare ad una profondità di circa 5 metri. Vi si possono osservare resti di magazzini portuali,con alzati di muro in opera reticolata, intonaci, casseforme lignee, impianti idraulici e diversi pavimenti a mosaico.