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points d'intérêt de Faenza

Palais Manfredi

Si tratta del punto più importante e significativo della città, per i suoi attributi di sede del potere amministrativo-politico e per i suoi significati simbolici. La piazza è ovviamente di antichissima origine ma ha cominciato ad assumere la fisionomia che ancora la caratterizza nel XV secolo, con la costruzione del loggiato di palazzo Manfredi, costruzione iniziata appunto dopo la trasformazione in signoria dell'antico governo cittadino e con il trasferimento dei Manfredi stessi nel palazzo comunale. In quella circostanza il palazzo fu ristrutturato ed arricchito al piano superiore con bifore in pietra bianca d'Istria (ne resta una sola) e da una grande loggia, a due piani, di sette arcate. Fu questo il primo nucleo del loggiato, poi ampliato nel Seicento con l'intenzione di uniformare tutto il lato della piazza conferendogli una definizione architettonica molto caratterizzata. L'intero loggiato fu poi ricostruito in forme neoclassiche, simili a quelle originali, nel 1859 dall'ingegnere comunale Ignazio Bosi. Sull'altro lato sta il palazzo del Podestà, al quale fu aggiunto un loggiato a due piani, a spese dei bottegai con negozio in piazza, nel 1760. L'iniziale progetto, che era dell'anno prima, prevedeva la realizzazione di un piano solo ma il Consiglio degli Anziani lo volle a due piani per simmetria con il loggiato antistante, cioè del palazzo comunale. E' in questo momento che si realizza l'idea di trasformare uno spazio urbano ancora non ben definito in una piazza regolare, architettonicamente scandita da loggiati speculari a mo' di quinte scenografiche, secondo un concetto tipicamente settecentesco. Al lato del Palazzo del Podestà si dovette porre mano nel 1872-75, per manifesti problemi di statica, e il lavoro fu affidato al bravo architetto-ingegnere comunale Achille Ubaldini, il quale utilizzò forme classiche ad imitazione di quelle del palazzo comunale, ristrutturato una quindicina d'anni prima dal Bosi. Ubaldini, che rifuggiva generalmente dai canoni neoclassici per seguire piuttosto una cultura eclettica, in questo caso cercò di armonizzare il nuovo loggiato con quello già esistente, adeguando l'uno all'altro per non introdurre elementi contraddittori nello spazio più "delicato" e più carico di significati dell'intera città.