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Villa Giacomo Zanella
Nel 1878 Giacomo Zanella si fece costruire questa villa, molto vicina a quella dei cugini Caldonazzo, subito a est del ponte dei Carri che scavalcava l'Astichello. Il luogo piacque molto al poeta che qui compose la celebre raccolta dei sonetti dedicati all'Astichello. L'architettura, scelta dallo stesso Zanella, si ispira alla maniera scamozziana ed ha un soggiorno per un poeta sacerdote, con annesso un rustico per scuderia, alloggio custode-cocchiere per gli spostamenti in carrozza. La villa aveva davanti l'ampio prato degradante verso il cancelletto e un gran roseto rotondo a ridosso dei gradini d'entrata. La facciata principale guarda a sera l'Astichello e la cerchia delle Prealpi, tanto amati e cantati nel variare delle stagioni.
A destra della porta principale, un semplice gancio a mezza altezza d'uomo, serviva a sostenere di sera una lanterna; il poeta tornando a piedi col buio dalle frequenti visite che faceva al parroco di Polegge e alla famiglia Zuccato, vedeva il lume che guidava gli ultimi passi per arrivare alla porta di casa. Il cancelletto voluto dal poeta, era l'ingresso principale alla sua villa. Chi veniva a trovarlo, sceso dalla carrozza, doveva attraversare a piedi il cancello e fare il breve percorso per arrivare all'ingresso, sopra il quale campeggia la scritta in bronzo, tratta dall'Eneide di Virgilio, "Datur hora quieti" (il tempo è affidato al riposo).