¿A donde quieres ir?
Huéspedes y habitaciones
...
ES | Cambia lingua Favoritos encuentra alojamientos cerca de ti
Regiones Lugares turísticos Puntos de interés Ofertas Last Minute
B&B Day
el primer fin de semana de marzo
La Semana del Trueque
la tercera semana de noviembre
La B&B Card
obtener un mínimo de 5% de descuento
Especiales Puntos de interés B&B Europa
FAQ y contactos Avisos legales, Cookie Policy, Privacy
Italiano English Français Deutsch Español
puntos de interés de Carpineto Sinello

Fuente San Nicola

Notizie: Il rinvenimento di un'area sacra in località San Nicola risale al 1986 quando un proprietario terriero trovò nel proprio campo un nucleo di reperti che ha consentito di individuare una zona archeologica. Apparentemente collocato in un'area marginale, il santuario italico di Fonte San Nicola sorge in realtà in una zona ad altissima densità di siti archeologici, sulle pendici del Monte Sorbo, tra Carpineto Sinello e San Buono, zona che ha rivestito una funzione assai importante prima della romanizzazione e successivamente in epoca medievale. E' stata di recente riscoperta un'antica viabilità di mezza costa sulla quale gravitavano diversi siti archeologici italici e che toccava due luoghi di culto legati a sorgenti: Fonte San Nicola e Fonte San Biagio. In quest'ultimo la fonte è ancora conservata e sono visibili i resti di una chiesetta con un'abside poco più grande di quella messa in luce a Fonte San Nicola. In quest'ultima località i saggi stratigrafici finora effettuati hanno interessato essenzialmente tre punti: la zona in cui sorge l'edificio absidato, il grosso scarico votivo a nord-est di questo e, poco ad ovest di tale scarico, una struttura tagliata a sud da una calcara di epoca post-classica che conserva resti di un piano pavimentale realizzato con spezzoni di laterizi e che in via preliminare è stata interpretata come un sacello o comunque un annesso del santuario. L'edificio absidato, nel quale si può forse riconoscere una chiesetta per la presenza di una fondazione quadrangolare riferibile ad un altare, è stato costruito su una precedente struttura in parte conservata alle spalle della chiesetta e costituita da un lungo muro orientato sud-ovest/nord-est sul quale si innesta un setto murario ad esso perpendicolare e tagliato dalla costruzione dell'abside. Nell'angolo esterno tra i due muri è stato rinvenuto un rozzo rocchio di colonna in pietra locale appena sbozzata di cui si conserva un esemplare assai simile nel chiostro minore del Convento di S. Antonio a S. Buono. Ancora leggibile solo a livello di fondazione, per un lungo tratto, lungo l'attuale margine del bosco, un muro orientato nord-ovest/sud-est e perpendicolare al lungo muro sud-ovest/nord-est. E' possibile che tali muri, realizzati con pietre a secco, siano relativi alla fondazione del tempio italico, sul quale si è impostata in età alto-medievale la chiesetta absidata. Tale processo non è, però, avvenuto meccanicamente perché è possibile individuare diverse fasi intermedie. L'edificio sacro, infatti, è stato forse interessato da ristrutturazioni edilizie già nella prima età imperiale, ma le relative murature devono ancora essere indagate in maniera approfondita. L'unica certezza rimane, dunque, la trasformazione radicale dell'area in epoca post-classica, quando si assiste alla sovrapposizione dell'edificio absidato cristiano sui resti della presunta cella del tempio pagano. Tale trasformazione, tuttavia, non è ancora databile per l'assenza di qualsiasi reperto di età medievale. Di conseguenza non abbiamo ancora fasi databili con certezza. Alla fase I, di età repubblicana, risalgono senz'altro il sacello individuato a nord del tempio e lo stesso tempio italico, la cui costruzione potrebbe risalire già al III secolo a.C., epoca in cui si colloca la maggior parte del materiale rinvenuto. Sebbene i reperti nel complesso coprano un arco cronologico che va dalla fine del IV agli inizi del I sec. a.C., la maggior parte di essi sembra concentrarsi tra il III e il II sec. a.C.. E forse nell'ambito del III sec. si collocano pure alcuni frammenti figurati in terracotta relativi ad una testa maschile barbata, ad un braccio, ad un piede ed al panneggio di una divinità nella quale sarebbe assai suggestivo poter riconoscere la statua di culto. Tale figura potrebbe fornire un'importante chiave di lettura del culto praticato nell'area sacra di Fonte San Nicola, indubbiamente di carattere salutare e legato all'acqua come dimostrano la tipologia dei votivi e lo stesso toponimo. Il grosso scarico a nord-est dell'edificio absidato ha restituito,insieme ai votivi, un grosso coppo di colmo ed un kalypter hegemon praticamente integro che risulta assai interessante in quanto presenta, in luogo della costolatura o del triplice ringrosso al margine, tipico dei kalypteres rinvenuti in area campana, un'alta cresta dentellata sulla quale è stata realizzata una decorazione curvilinea a onde dipinta in rosso.