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Wichtige Orte in Brugherio

Tempietto Moncucco

Le prime indicazioni scritte, che ci sono pervenute, riguardanti il territorio di Brugherio risalgono all'epoca imperiale romana quando, con i nomi di Noxiate, San Damianus, Baragia e Octavum, venivano designati i primi insediamenti. Noxiate corrispondeva all'attuale centro dove si trova la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo mentre la Baragia si estendeva a nord, fino a comprendere S. Damiano e a sud fino alla zona di Brugherio centro. Octavum, corrispondente alle attuali S. Cristoforo e Occhiate, si trovava all'ottavo miglio sulla strada romana che da Milano conduceva a Monza e che correva sulla riva destra del Lambro. Nel IV secolo, la sorella di sant'Ambrogio, santa Marcellina, avrebbe deciso di fondare un monastero su terreni in questa zona, possesso della sua famiglia. Ambrogio avrebbe in tale occasione donato alla sorella come reliquia le falangi dei Re Magi, [3] mentre le salme furono portate a Colonia dopo la conquista di Milano da parte di Federico Barbarossa. Il monastero di Sant'Ambrogio era inoltre posto lungo la Via Burdigalense[4], cioè quella via commerciale che collegava l'attuale Bordeaux con Aquileia. Non si seppe più nulla del territorio fino al 1098, quando una prima testimonianza[5] riferisce l'esistenza di un monastero di benedettine. Informazioni più precise ci pervengono a partire dal Basso Medioevo. Il XIV secolo vide infatti le lotte tra i Torriani e i Visconti in questo territorio e, nel contempo, la divisione dell'attuale comune in 3 pievi (entità territoriali che cambieranno poi il nome nel corso dei secoli), frantumando per secoli una possibile unità amministrativa. Difatti il nostro territorio fu diviso tra Monza (attuali centro storico e Moncucco), Vimercate (attuali frazione Baraggia, la quale insieme a Vimercate fu infeudata nel 1475 da Gian Galeazzo Sforza alla famiglia Secco Borella) e Gorgonzola (la Cascina Increa). Il periodo spagnolo e austriaco (XVI secolo - 1796): da San Carlo a Paolo Andreani L'arrivo degli spagnoli segnò l'inizio di un periodo di decadenza per il milanese, periodo acuito dalla terribile peste di San Carlo (1576-1577) e da numerose carestie. In mezzo a questa decadenza socio-politica, Brugherio trovò una sua prima identità comunitaria attraverso la fondazione della Parrocchia di San Bartolomeo (1578), unificando almeno a livello religioso ciò che era diviso amministrativamente. Primo volo in pallone in Italia, effettuato da Paolo Andreani e dai fratelli Gerli (Agostino e Carlo) nei pressi di Milano, 25 febbraio 1784 Il 13 marzo 1784 il "Contino" Paolo Andreani, imitando l'impresa di qualche mese prima dei fratelli Montgolfier in Francia, ascese al Cielo, realizzando così il primo volo dell'uomo sul suolo italiano. L'impresa suscitò l'ammirazione dell'intera nobiltà milanese e della cultura in generale, tra cui Parini, Pietro Verri e Vincenzo Monti.[6] Nel corso dei secoli XVII e XVIII, inoltre, Brugherio fu luogo di villeggiatura da parte di numerose famiglie aristocratiche milanesi. Qui, nella frazione di Moncucco (Muncüch in brianzolo), nel giardino della sua villa, il "contino" Paolo Andreani il 13 marzo 1784 realizzò la prima ascensione in mongolfiera in Italia[7], con un pallone realizzato dai fratelli Gerli. Il volo, celebrato da sonetti del Parini e dalle testimonianze di Pietro Verri e dello storico e parroco Don Antonio de Petri, si risolse in un'enorme successo: volò per circa sei chilometri, atterrando nei pressi della Cascina Seregna di Caponago. Oltre ad essere un centro di villeggiatura, Brugherio si segnalò anche per la fiorente attività della gelsi-bachicoltura, già incentivata da Galeazzo Maria Sforza nel 1470 e che trovò con Maria Teresa e Giuseppe II dei grandi patroni. Il XIX secolo: dagli austriaci al regicidio di Umberto I Dopo il turbolento periodo napoleonico, i possedenti terrieri di Brugherio nel 1816[8] cercarono di fondersi in un unico comune (un tentativo di unificazione era fallito nel 1721, all'epoca del catasto teresiano), progetto fallito a causa della resistenza dei burocrati austriaci di Milano, i quali non volevano spendere tempo nell'unificare un così frantumato panorama amministrativo. Sotto gli austriaci, ci furono splendori e miserie. In primo luogo, grazie agli sforzi di Gianmario Andreani, fratello di Paolo, e dell'architetto Giocondo Albertolli, la chiesa luganese di San Lucio venne smontata e trasportata in pezzi sui navigli per essere ricostruita a Brugherio. Brugherio non fu estranea al Risorgimento: molti brugheresi parteciparono infatti ai moti del 1848 e anche alla fallimentare rivolta di Milano del 1853. D'altro canto, in quegli anni Brugherio fu colpita da una serie di malattie (febbre petecchiale) che degenerarono la già precaria qualità di vita dei contadini. Dopo che anche Monza entrò a far parte del neonato Regno d'Italia, il 9 dicembre 1866 fu fondato il Comune di Brugherio, con i soppressi comuni di Cassina Baraggia e San Damiano di Monza, con parte del soppresso comune di Moncucco di Monza, con le frazioni di Brugherio, Bindellera, Cesena, Gelosa, San Paolo e Torrazza, staccate dal comune di Monza, con la frazione di Occhiate staccata da Sesto San Giovanni e con la frazione di Increa staccata da Cernusco sul Naviglio. Il primo sindaco fu l'ex primo cittadino di Cassina Baraggia, Giovanni Noseda. Gli anni che andarono dal 1866 al 1900 furono alquanto sonnacchiosi. Il Comune era gestito da una piccola classe di possidenti terrieri (sia autoctoni che milanesi), i quali mantennero dei rapporti con i contadini locali che non si discostavano di molto dai vincoli feudali del medioevo. Nonostante ciò, Brugherio vide nel 1880 l'apertura della tratta ferroviaria Cascina Gobba-Vimercate; nel 1886 l'apertura del Canale Villoresi e, negli ultimi decenni, la nascita dei primi opifici per la lavorazione della seta. Il periodo dal 1900 al 1945 La tenue industrializzazione di questo territorio vide la nascita anche dei primi movimenti sindacali di ispirazione cattolica. Infatti le campagne, legate fortemente alla religione, erano ostili alle istanze socialistiche e si avvicinarono alle Leghe d'ispirazione cattolica, determinando un mutamento dei rapporti tra i fittavoli e i possidenti terrieri. Nel 1912, con la proclamazione del suffragio universale ad opera di Giovanni Giolitti, la base elettorale si espanse notevolmente, determinando un ribaltamento dei giochi di potere finora mantenuti in piedi da un'oligarchia. Gli anni della Prima Guerra Mondiale furono gestiti encomiabilmente dal sindaco Giovanni Santini (Brugherio fu sempre rifornita di viveri alimentari), mentre il periodo del cosiddetto biennio rosso (1919-1920) videro episodi di violenza tra i socialisti e i popolari cattolici. Questi ultimi persero la maggioranza assoluta a causa del rilassamento della loro attività sindacale, e l'ultimo sindaco eletto dalle urne, Marcello Gatti, dovette gestire la difficile transizione dal periodo liberale al fascismo. Dal 1926 al 1943 il Comune venne retto dal podestà Ercole Balconi, personalità integerrima che favorì in un certo qual modo lo sviluppo urbanistico, scolastico e industriale Brugherio. Con la caduta di Mussolini, il 25 luglio 1943, Brugherio fu protagonista dei moti sindacali degli operai dello stabilimento Pirelli di San Damiano e si segnalò nella lotta partigiana contro l'oppressione nazifascista, tanto da intitolare una via cittadina all'ultimo partigiano assassinato: Luigi Teruzzi. 1945-1966: il boom economico e la proclamazione a "Città" Brugherio fu governata, in questi anni, dalla neonata democrazia cristiana. Sotto le varie amministrazioni Pollastri, Oriani e Giltri, Brugherio cambiò radicalmente la fisionomia del proprio territorio socio-urbanistico: nuovi villaggi industriali (Falk, Pirelli), un'intensa attività dell'edilizia popolare e scolastica (la costruzione della scuola Parini), la fondazione della Biblioteca Civica (1960) e l'estensione a tutta la realtà cittadina della rete fognaria, elettrica e del gas metano. Al fianco dell'attività promossa dal Comune, si segnalano le opere assistenziali della Marzotto e di quelle della Parrocchia (guidata dall'energico Don Giuseppe Camagni). La trasformazione di Brugherio da paese a città industriale (importantissima la presenza della ditta di lavatrici Candy) fu coronata dal titolo di "Città" il giorno 27 gennaio 1967[9], ad opera del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. 1966-oggi: Brugherio verso il futuro Brugherio, negli anni settanta e ottanta, vide il consolidamento dei movimentati anni precedenti: la fondazione del complesso dell'Edilnord, ad opera di Silvio Berlusconi, l'acquisizione da parte del Comune di Villa Fiorita (casa di cura per malati psichiatrici ove morì Filippo De Pisis nel 1956), la fondazione della scuola media Leonardo da Vinci e la creazione del complesso residenziale del Quartiere Ovest.