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Wichtige Orte in Pescocostanzo

Hermitage von Sant'Antonio

Lungo la strada che collega Cansano con Pescocostanzo, in un lungo pianoro che si apre verso ovest ai piedi dei monti della Majella, si incontra una tra le più belle faggete d'Abruzzo, ricca di suggestioni e atmosfere evocative: il bosco di Sant'Antonio, oggi Riserva Naturale. Al margine meridionale del bosco, lì dove comincia la piana del Primo Campo che si spinge sino alla base di Pescocostanzo, si distingue una antica costruzione con un piccolo campanile a vela, inserita tra le vecchie masserie. È l'eremo di Sant'Antonio da Padova, una suggestiva cappella rurale tuttora oggetto di forte devozione e meta di numerosi pellegrini. Le sue origini sono sicuramente medioevali, le finestre sono tipiche del '300-'400 e la statua lignea del Santo è databile alla fine del '300. L'iconografia del Santo con la barba ci ricorda che la chiesa era precedentemente dedicata a Sant'Antonio Abate. L'eremo esisteva già nel 1536, come attesta una Bolla di quell'anno, e nel 1577 la società dei contadini di Pescocostanzo restaurò il portale, sul cui architrave è incisa l'iscrizione che testimonia l'intervento. ("HOC OPUS FIERI FECIT SOCIETAS BUBULCORUM P.C. PRO SUA DEVOZIONE A.D. 1577"). L'edificio si compone di una piccola chiesa e di alcuni locali usati dagli eremiti come abitazione, tra i quali una camera, una minuscola cucina, una stalla e un magazzino. Dopo l'abbandono definitivo da parte degli eremiti laici che vi abitavano, la costruzione è stata adeguata all'esigenze di una famiglia di allevatori del posto. Oggi la struttura si presenta a due piani con piccolo campanile a vela posto sul culmine del tetto a due falde. Su uno dei lati lunghi ci sono due ingressi: uno porta alla zona cultuale e l'altro a quella abitativa. La chiesa, molto semplice, presenta due finestre poste ai lati dell'ingresso, elemento caratteristico delle chiese rurali, ed altre due molto piccole sul lato a valle. L'interno contiene un semplice altare sormontato dal quadro di Sant'Antonio da Padova. Una porta posta in fondo alla piccola aula conduce in una piccola sacrestia, illuminata da una finestra a strombo. Della parte abitativa si conservano i due grandi ambienti della cucina e del fienile. Nella cucina è presente un piccolo camino posto al centro del lato lungo e in un angolo ci sono resti di un forno. La luminosità è data da due finestre in pietra grigia che si aprono sui lati corti della stanza. Il fienile presenta una porta-finestra per il carico e lo scarico del fieno. La celebrazione in onore del Santo avviene il 13 giugno di ogni anno.