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Fort Nago
Stupendo esempio di architettura castrense, il Forte di Nago rappresentava un importante elemento della cintura di difesa (circa trenta forti) messa in atto dal governo di Vienna dopo la sconfitta di Solferino e San Martino (1859, seconda guerra di indipendenza) e la conseguente perdita della Lombardia. La sua costruzione risale al 1860 - 1861, l'epoca dei forti della prima generazione in casamatta non armata. E' vicino di casa di Castel Penede, anch'esso rocca di difesa, sorta a tanti secoli di distanza sugli stessi speroni rocciosi e finito in un mucchio di rovine sotto le cannonate del Vendome (1703).
Il Forte disponeva di otto cannoniere al primo piano e di sei al secondo ed era anche dotato di una serie di feritoie per fucilieri. Le sue "bocche di lupo" tenevano sotto controllo tutto l'Alto Garda e il Passo San Giovanni, facendo parte integrante del Festungabschnitt o piazzaforte meridionale di Riva agli ordini dell'archiduca Eugenio.
Lo spessore delle fondazioni dell'opera è di 2,20 m, mentre nella parte esposta e nei muri in sopraelevazione esso raggiunge 1,90 m.
Come spesso accade nelle fortificazioni di questo periodo, progettista e ed esecutori dell'opera hanno realizzato anche una ricerca decorativa, nel nostro caso affidata ai conci delimitanti tutte le feritoie.
All'interno il Forte era dotato di tutti i servizi necessari per una completa autonomia degli ufficiali e degli artiglieri che lo occupavano.
Quest'opera constava di due fortezze poste a livelli diversi e collegate da una spessa muraglia e da una gradinata, con la polveriera a mezza strada. Nel complesso la coreografica fortezza era una vera montagna di pietra, contro la quale niente o assai poco hanno potuto le cannonate della prima guerra mondiale.
Al suo interno il Forte presenta una struttura massiccia, caratterizzata da archi a tutto sesto rivestiti di mattonelle, ad attenuare la severità e l'asprezza ambientale di questo possente ordigno di guerra. Il visitatore che si affaccia alle feritoie vedrà da ognuna di esse un panorama sempre diverso, del lago e delle grandi montagne che lo cingono e della piana del Sarca: sempre di grande fascino e di straordinaria bellezza.